Marella Caracciolo e le lettere incriminate: un eredità contesa tra inganni e verità
La saga dei fratelli John, Ginevra e Lapo Elkann, già sotto inchiesta per frode fiscale e truffa allo Stato da parte della Procura di Torino, dopo quanto scoperto dalla Guardia di finanza nel corso delle perquisizioni eseguite nel novembre scorso si arricchisce quindi di nuovi capitoli inquietanti. Un intrigo ereditario che continua ad avvolgere la famiglia Elkann, con al centro lettere di donazione che potrebbero rivelarsi false.
Recenti indagini della Procura di Torino e della Guardia di Finanza hanno portato alla luce un caso che coinvolge personalmente John Elkann, presidente di Stellantis e nipote dell’avvocato Gianni Agnelli. Le lettere, firmate da Marella Caracciolo, defunta nonna di Elkann, sarebbero state redatte nel 2024, cinque anni dopo la sua morte, per giustificare la donazione di opere d’arte dal valore stimato di 5,5 milioni di euro. Un’operazione che ha suscitato un’attenzione mediatica raccontata da “Report” di Rai3.
Le lettere sospette
Le missive, indirizzate a John Elkann e contenenti il messaggio affettuoso “Caro Jaki, spero che tu sia felice di ricevere queste opere quanto io lo sono nel dartele”, sono ora al centro di un’inchiesta. Secondo gli inquirenti, queste lettere potrebbero essere state create per evitare che i quadri rientrassero nell’inventario dei beni della defunta, e per prevenire l’interferenza della figlia Margherita Agnelli, descritta da John come una “madre cattiva”.
Il ruolo della segretaria
Ulteriori elementi sono emersi dal computer di Paola Montaldo, ex segretaria di Marella Caracciolo e attuale responsabile del family office di John Elkann. Documenti come “regalo Indiana a JE.pdf” suggeriscono che Montaldo abbia redatto frasi per conferire una parvenza di legalità alle donazioni. In una chat tra Montaldo e Elkann, si discute della necessità di chiarire il tema delle donazioni in relazione all’eredità.
Accuse di frode fiscale
Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio di indagini su frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. I fratelli Elkann, John, Ginevra e Lapo, sono già sotto inchiesta per operazioni sospette legate alla gestione dell’eredità del nonno Gianni Agnelli. Le indagini si concentrano su un presunto trasferimento all’estero non autorizzato di opere d’arte e su tentativi di sottrarre beni significativi dall’inventario testamentario.
La collezione d’arte Agnelli
Tra le opere al centro dell’indagine ci sono capolavori come “Glaçons” di Claude Monet e “Mistero e malinconia di una strada” di Giorgio De Chirico. Questi pezzi d’arte erano originariamente custoditi in Italia ma sono stati rintracciati in Svizzera, sollevando interrogativi sulla loro legittima proprietà e sui motivi del loro spostamento.
La saga dei fratelli Elkann si arricchisce quindi di nuovi capitoli inquietanti. Con l’ombra della giustizia che si allunga su una delle famiglie più influenti d’Italia, il caso solleva interrogativi non solo sulla gestione dell’eredità Agnelli ma anche sulla trasparenza delle operazioni artistiche legate a nomi illustri del panorama italiano. La verità su queste lettere e sulle opere d’arte potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della famiglia Elkann e sulla loro eredità culturale.