Dodici ore di volo, abbracciati a un fallimento epocale. Gli azzurri sono tornati in Italia dopo il tracollo Mondiale, e non è stato un ritorno tranquillo. Le ruggini e i rancori hanno accompagnato i giocatori per tutto il volo, fino al momento dei saluti. Balotelli in isolamento: è stato lasciato da solo nell’intervallo contro l’Uruguay, messo all’angolo. Atterrato a Malpensa è entrato con Fanny in una Cadillac che l’ha prelevato sotto la pista. E da quel momento è rimasto solo con i suoi pensieri. Nell’intervallo della partita decisiva contro l’Uruguay l’attaccante ha vissuto un brutto quarto d’ora: prima ha provato a mostrare i muscoli, poi è stato zittito dai veterani dopo aver tenuto un atteggiamento indisponente nei confronti del ct Prandelli.
Alla fine è tolto di squadra a furor di popolo; Bonucci e De Rossi i compagni più determinati nel mettere con le spalle al muro un elemento mal sopportato dal gruppo, troppo spesso protetto dal commissario tecnico, tollerato a fatica anche dal suo stesso presidente di club. L’attaccante prima del congedo avrebbe chiesto scusa al ct dimissionario. “Sono quattro anni che provo a dirti alcune cose – avrebbe risposto Prandelli – apprezzo il gesto, accetto le tue scuse, ma esci al più presto dal tuo mondo virtuale. Lo dico per il tuo bene”. Un mondo virtuale fatto di messaggi da egocentrico, carichi di autoesaltazione e di ipocrisia, come quello relativo ai “fratelli africani”, che non lo avrebbero mai abbandonato come gli azzurri hanno fatto con lui. Lui, che per riconoscere una figlia ha impiegato quasi due anni.
È un’Italia al veleno, cianuro che intossica i messaggi di Balotelli, ma anche gli ultimi confronti tra i giocatori: antipatie, risentimenti, screzi personali. Ora stanno tutti con la guardia abbassata, senza freni inibitori, senza ripararsi dietro a parole di circostanza, frasi fatte, o sorrisi carichi di ipocrisia. Buffon e Cassano sono gli ultimi protagonisti di uno scambio di colpi a distanza degno di un incontro di boxe tra Alì e Foreman. Le immagini di repubblica.it intercettano un dialogo al veleno, tra il capitano e il barese. Il portiere canticchia con le cuffie all’orecchio la canzone di Emis Killa, (“Lontano dalla Grande Mela, c’è un piccolo uomo in una favela”) Cassano lo provoca: “Tu uscivi da là, bravo, cerca il modo di uscire prima te, vai vai”.
Buffon non la prende affatto bene: “Sei uno scriteriato”, e poi “lo prenderei a schiaffoni” rivolgendosi a un compagno. La scena si svolge lungo il corridoio dell’aereo, tra loro due ci sono altri giocatori, la situazione fortunatamente non degenera. I pensieri lungo la trasvolata oceanica non sono solo negativi: Pirlo ci ripensa e si mette a disposizione del prossimo ct. “Se il nuovo commissario tecnico avesse necessità di un apporto in campo – afferma il regista juventino – verrei sempre volentieri. Insomma, se serve un centrocampista, ci sono” . Ma il nuovo commissario tecnico potrebbe essere Massimiliano Allegri, lo stesso che lo aveva scaricato tre anni fa, facendo le fortune della Juventus. L’aereo riparte per atterrare di nuovo nella Capitale. A Fiumicino pochissimi tifosi e uno striscione eloquente: “Che Pippe!” Il Tempo docet, è storia anche questa. (Il Tempo)