Per la guida della Lega “io non faccio nomi, però il suo profilo ce l`ho ben chiaro: deve essere quello di un moderato, competente e con grande passione. E poi deve stare alla larga da ogni cerchio magico e ascoltare di più veri militanti”. Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno, esponente della Lega, non demorde e continua a mettere nel mirino la gestione di Matteo Salvini alla guida della Lega, che alle Politiche del 25 settembre scorso non è riuscita a raggiungere la soglia del 9%. L’ex segretario del Carroccio si è di nuovo speso per chiedere al Carroccio di sostituire Salvini con un nuovo profilo dalle caratteristiche ben precise.
Maroni, in un intervista al Corriere, non ha fatto mancare stoccate all’indirizzo di Matteo Salvini: ritiene che il suo tempo alla guida della Lega sia giunto al capolinea. Innanzitutto è andato dritto al punto, bocciando la possibilità che Salvini possa tornare al ministero dell’Interno: “Al Viminale deve andare un prefetto, non certo Salvini”. In tal senso ha speso parole al miele per Matteo Piantedosi, giudicato “un uomo di valore”, che compare nel totoministri del prossimo governo di centrodestra. Poi ribadisce che alla Lega serve un congresso e un nuovo segretario. Tra Giorgetti, Zaia e Fedriga sceglie “tutti e tre, perché sono competenti. Hanno dimostrato di essere capaci nella gestione dei problemi al ministero e sul territorio. E poi pensano prima al fare che al comunicare”. Mentre al Capitano consiglia di leggere “un libro di Miglio, ‘Come cambiare’. Le mie riforme per la nuova Italia, perché Miglio è stato il padre del federalismo e non solo”. Infine, due parole sulla malattia che l’ha colpito: “È una cosa che non trascuro, facendo tutte le cure necessarie. Ho capito che tra le cose importanti non c’è la politica con la ‘p’ minuscola. Con alcuni militanti ho davvero un rapporto intenso. Sono anche iscritto alla chat della sezione di Varese e questo mi aiuta a restare aggiornato sulle scelte dei consiglieri comunali, visto che siamo all’opposizione”.