Maroni rassicura, il Cpr in Lombardia non sarà in via Corelli né a Malpensa

IMMIGRATI Il governatore ha fatto delle proposte al ministro Minniti: il centro sarà ex caserma vicina a scalo militare

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Un’ex caserma, o un’analoga struttura pubblica, nei pressi di un aeroporto militare, ma non sarà né a Malpensa né l’ex Cie di via Corelli a Milano. È questo l’identikit del nuovo Cpr, centro permanente per il rimpatrio, che il governo intende realizzare in Lombardia così come in ogni altra Regione in base al recente decreto immigrazione. Lo ha riferito lo stesso presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ne ha parlato a Roma con il ministro dell’Interno, Marco Minniti.

“La legge dice che la decisione è del ministero, sentito il presidente della Regione. Io gli ho dato la mia disponibilità a concordare un luogo, perché voglio che si faccia. La mia critica è che un centro di 100 posti è troppo poco, perché sono 20.000 gli immigrati clandestini in Lombardia, però, piuttosto che niente, è meglio piuttosto” ha detto Maroni. In ogni caso il presidente lombardo ha precisato che il Cpr “non è un centro di prima accoglienza, il ministro mi ha garantito che sarà come erano i Cie: gli immigrati che entrano saranno identificati, non potranno uscire e saranno rimpatriati direttamente da lì. Sui luoghi abbiamo fatto una verifica di alcune possibili localizzazioni, in Regione”.  Di certo – ha rassicurato Maroni – non sarà vicino agli aeroporti, come ad esempio Malpensa, “perché il rimpatrio sarà su voli militari”. In pratica, “serve un aeroporto, serve una struttura pubblica vicino all’aeroporto che possa garantire la sicurezza, non un hotel a cinque stelle. Per esempio una caserma. L’ideale è questo”. Quindi, “escluderei Malpensa ed escluderei anche i centri delle città proprio perché i requisiti sono una struttura vicino a un aeroporto. O si costruisce una nuova struttura all’Idroscalo, vicino a Linate, ma non credo che sia una buona idea”.