I canyon quindi si riempirono, l’oceano pian piano evaporò e la superficie rimase ghiacciata per circa 450 milioni di anni. Poi, circa 3,2 miliardi di anni fa, la lava al di sotto dei canyon riscaldò il suolo sciogliendo il materiale ghiacciato e dando così il via al vasto sistema fluviale di cui oggi vediamo solo le tracce nelle centinaia di chilometri di canali.
“Il nostro studio dimostra che gli antichi sedimenti su Marte possono aver seppellito enormi quantità di acqua, probabilmente innescando anche la glaciazione del pianeta – ha spiegato ancora Rodriguez -. Le prove che questo ambienti antichi nel passato possa essere stato in grado di sostenere forme di vita simili a quelle sulla Terra potrebbero essere presenti nei materiali del sottosuolo che sono ora in superficie”. Lo scienziato ha anche sottolineato che proprio perché il processo di sedimentazione, congelamento, riscaldamento e poi eruzione è da registrarsi su scala regionale, “potrebbero esserci vasti bacini di acqua ghiacciata intrappolati sotto la superficie marziana ai confini con l’antico oceano dell’emisfero settentrionale così come sotto la superficie di altre regioni del pianeta in cui erano presenti contemporaneamente mari e laghi. Questo potrebbe essere fondamentale per il futuro delle attività umane su Marte”.