Politica

Massacro a Gaza, la Comunità internazionale condanna Israele. Solo gli Usa lo difendono

Con la macroscopica eccezione degli Stati Uniti, condanne quasi unanimi sono “piovute” nei confronti di Israele, dopo che ieri le sue forze hanno ucciso almeno 59 palestinesi a Gaza nel corso delle proteste coincise con l’apertura dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme. Molti Paesi tra i quali Gran Bretagna, Francia e Russia avevano già criticato la decisione di Washington di trasferire la sede diplomatica, mentre 128 nazioni hanno appoggiato la risoluzione Onu che condanna il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello stato ebraico da parte degli Stati Uniti. La Casa Bianca ha invece difeso il suo alleato, attribuendo ad Hamas le violenze e bloccando una risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva un’inchiesta internazionale, secondo fonti diplomatiche. Ecco alcune delle principali reazioni della comunità internazionale dopo le violenze di lunedì.

ONU Ogni palestinese che manifesta a Gaza, che rappresenti o meno una minaccia imminente, può essere ucciso dalle forze israeliane. Lo ha denunciato oggi l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Sembra che chiunque possa essere ucciso”, ha dichiarato ai media a Ginevra un portavoce dell’Alto commissariato, Rupert Colville, che ha aggiunto che “la forza letale non può essere usata se non come ultimo ricorso”. Ieri l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, ha sottolineato che “i responsabili di oltraggiose violazioni dei diritti umani ne devono rispondere”. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha dichiarato di essere “particolarmente preoccupato” per gli sviluppi.

RUSSIA Il Cremlino si è detto oggi “profondamente preoccupato” per l’uccisione da parte delle forze israeliane a Gaza di decine di palestinesi che manifestavano contro l’apertura dell’Ambasciata statunitense a Gerusalemme. “La situazione, e particolarmente la morte di decine di palestinesi, non può che causare la più grande preoccupazione”, ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce del Cremilno, Dmitry Peskov. Già ieri il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha ricordato come pubblicamente “diverse volte” la Russia aveva manifestato la sua contrarietà a trasferire la sede diplomatica. “La determinazione dello status di Gerusalemme…deve essere decisa attraverso il dialogo diretto con i palestinesi”, ha affermato.

STATI UNITI La Casa Bianca ha attribuito la giornata più sanguinosa nel conflitto israelo-palestinese dal 2004 a oggi ad Hamas, il movimento fondamentalista islamico che controlla la Striscia di Gaza. “La responsabilità di queste tragiche morti ricade direttamente su Hamas”, ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Raj Shah.

TURCHIA La Turchia ha annunciato di aver richiamato “per consultazioni” i suoi ambasciatori negli Stati Uniti e in Israele. “Israele sta scatenando un terrorismo di stato. Israele è uno stato terroristico”, ha denunciato il presidente Recep Tayyip Erdogan, “Ciò che Israele ha fatto equivale a genocidio”.

GRUPPI PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI Amnesty International ha sottolineato che lo spargimento di sangue è stato “un’abominevole violazione” di diritti umani e “sembra trattarsi di omicidi volontari che rappresentano crimini di guerra”. Human Rights Watch ha inoltre denunciato “il bagno di sangue”.

UNIONE EUROPEA L’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha sollecitato la “massima moderazione”. Decine “di palestinesi, compresi bambini, sono stati uccisi e centinaia feriti dal fuoco di Israele, durante le proteste di massa vicino alla barriera di Gaza. Ci aspettiamo che tutti agiscano con la massima moderazione per evitare ulteriori perdite di vite”, ha detto Mogherini in una nota.

FRANCIA Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato “le violenze delle forze armate israeliane contro i manifestanti” in un colloquio telefonico con Abu Mazen e il re giordano Abdullah II. Ha inoltre ribadito le critiche agli Stati Uniti per la decisione di trasferire l’ambasciata a Gerusalemme.

GRAN BRETAGNA Il premier Theresa May ha invitato alla “calma e alla moderazione per evitare azioni distruttive degli sforzi di pace”.

CANADA Il ministro degli Esteri canadese, Chrystia Freeland, ha sostenuto come sia “ingiustificabile che “civili, esponenti dei media e bambini siano tra le vittime”.

KUWAIT Il Kuwait ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che gli Stati Uniti – a detta di fonti diplomatiche – hanno in seguito bloccato. “Abbiamo condannato quello che è accaduto”, ha spiegato l’ambasciatore del Kuwait all’Onu, Mansour al Otaibi.

EGITTO Il ministro degli Esteri egiziano ha definito le persone uccise dei “martiri” e ha lanciato un monito contro “questa grave escalation”. Ahmed al Tayeb, il grande Imam di al Azhar (la massima istituzione egiziana dell’islam sunnita), ha invitato gli “arabi, i musulmani e tutte le persone eque e ragionevoli nel mondo a stare dalla parte dell’indifeso popolo palestinese”.

ARABIA SAUDITA “L’Arabia Saudita condanna il fuoco delle forze di occupazione israeliane contro civili disarmati palestinesi, che ha provocato decine di vittime e feriti”, ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri.

IRAN L’Iran ha denunciato “una giornata di grande vergogna” per queste vittime. “Il regime israeliano massacra innumerevoli palestinesi a sangue freddo mentre protestano nella più grande prigione del mondo all’aria aperta”, la dura accusa su Twitter del ministero degli Esteri della repubblica islamica, Mohammad Javad Zarif.

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