Continua il calo inesorabile dei matrimoni in Italia e nel 2013 per la prima volta il numero delle nozze scende sotto quota duecentomila: l’anno scorso sono stati infatti celebrati in Italia 194.057 matrimoni, 13.081 in meno rispetto al 2012. Ancora un forte calo, dunque, in linea con l’accentuarsi della tendenza alla diminuzione in atto dal 2008: circa 53 mila nozze in meno negli ultimi 5 anni, pari a oltre un quinto delle celebrazioni del 2008. Nel dossier “Il matrimonio in Italia” l’Istat spiega che a diminuire sono soprattutto le prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 145.571 celebrazioni nel 2013, oltre 40 mila in meno negli ultimi cinque anni. Questa differenza spiega da sola il 77% della diminuzione osservata per il totale dei matrimoni nel 2008-2013. I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi e’ di cittadinanza straniera, dopo il recupero del 2012, scendono di nuovo tornando al livello di circa 26 mila (pari al 13,4% delle nozze celebrate nel 2013). La diminuzione si deve sopratutto alle nozze tra stranieri. I matrimoni misti, cioe’ quelli in cui un coniuge e’ italiano e l’altro straniero, ammontano a 18.273 nel 2013. La tipologia prevalente e’ quella in cui e’ la sposa ad essere di cittadinanza straniera: 14.383 nozze (il 78% di tutti i matrimoni misti). Una sposa straniera su due e’ cittadina di un paese dell’Est Europa (Ue e non-Ue). Diminuiscono anche i matrimoni successivi al primo, scendendo da 34.137 del 2008 a 30.691 del 2013, ma il ritmo della flessione e’ piu’ contenuto di quello delle prime nozze. Pertanto, la loro quota sul totale continua ad aumentare, dal 13,8% del 2008 al 15,8% del 2013.
Secondo l’Istat “e’ soprattutto la sempre piu’ prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine a determinare il rinvio delle prime nozze”, ma il continuo calo dei matrimoni in Italia si puo’ ascrivere anche alla “contrazione delle nascite”, a “l’accentuarsi del fenomeno della posticipazione, cioe’ del rinvio delle prime nozze ad eta’ piu’ mature”, alla “progressiva diffusione delle unioni di fatto, che sono raddoppiate dal 2008 superando il milione nel 2012-2013” e al “continuo aumento le convivenze prematrimoniali”. “Nel 2013 – ricorda l’Istat nel dossier – vivono nella famiglia di origine il 78,3% dei maschi tra 18 e 30 anni (oltre 3 milioni e 200 mila) e il 66,7% delle loro coetanee (oltre 2 milioni e 700 mila). Particolarmente esplicativo e’ il caso delle giovani donne: rispetto al 2008 quelle che non hanno ancora lasciato la famiglia di origine sono aumentate di circa 48 mila unita’ e nel contempo sono diminuite di circa 41 mila le spose alle prime nozze tra 18 e 30 anni”. “La prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine e’, come e’ noto, dovuta a molteplici fattori: all’aumento diffuso della scolarizzazione e all’allungamento dei tempi formativi, alle difficolta’ che incontrano i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro e alla condizione di precarieta’ del lavoro stesso, alle difficolta’ di accesso al mercato delle abitazioni”.