Arriva nei cinema italiani il primo gennaio “Matrix Resurrections”, il quarto capitolo della saga, diretto da Lana Wachowski, che riunisce le star Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss nei ruoli che hanno reso famosi Neo e Trinity. Nel film si ritorna in un mondo in cui esistono due realtà: la vita quotidiana e ciò che si cela dietro di essa. Per scoprire se la sua realtà è vera o solo immaginazione e per conoscere realmente se stesso, Thomas Anderson dovrà scegliere di seguire ancora una volta il Bianconiglio. E se ha imparato qualcosa, è che scegliere, sebbene sia un’illusione, è tuttora l’nica via d’uscita, o d’entrata, per Matrix. Ovviamente Neo sa già cosa deve fare, ma cosa ancora non sa è che Matrix è più forte, più sicura e più pericolosa che mai.
Alla domanda se gli spettatori possano riconoscersi in alcuni aspetti dei loro personaggi, Carrie-Anne Moss risponde: “Io penso che chiedersi: cosa voglio? Come mi sento, cosa penso, perché sto facendo questo? Sono domande importanti ed è fantastico quando possiamo cambiare, spostare o guardare le cose in maniera diversa”. Reeves, Moss e Jada Pinkett-Smith, che nel film interpreta Niobe, concordano sul fatto che i social media, oggi, possono mostrare una realtà diversa da quella che vediamo. “Certo, i social media possono essere un Matrix”. “La tua realtà è nella tua mente, al di là dei social media…”. “Oltre ai social network ti devi relazionare anche con il modo in cui ognuno di noi interpreta la realtà, la percezione che ne abbiamo e come ci rapportiamo con gli altri in base a questa”. “Se i social media possono essere un Matrix? Certo! Ma ci sono moltissimi livelli e punti di accesso ad “un Matrix nella tua vita”. Io penso che il più grande siano i tuoi pensieri, quello che pensi determinerà la tua vita, tu crei il Matrix per te stesso”.