Mattarella guarda alle elezioni, portino realismo e fiducia

Mattarella guarda alle elezioni, portino realismo e fiducia
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
19 dicembre 2017

L’Italia, che pure mostra “segni di disorientamento, di sfiducia e di insicurezza”, è una democrazia “che si manifesta in termini di stabilità”. A partire dalle prossime elezioni politiche, risultato – per il rispetto nei fatti dei tempi ordinari della legislatura – di una “ordinata vita istituzionale”. Appuntamento con le urne (gli scenari di questi giorni indicano con sempre maggiore insistenza lo scioglimento del Parlamento entro la fine dell’anno e il voto il 4 marzo) che ha alla base “una legge elettorale con regole omogenee e non dissonanti” e che deve puntare – con proposte “comprensibili e realistiche” pur in un dibattito “acceso ma rispettoso” – a riconquistare la fiducia degli italiani. A partire dalla riduzione dell’astensionismo elettorale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questo pomeriggio al Quirinale i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile per il consueto scambio di auguri di fine anno. Un incontro nel corso del quale il capo dello Stato ha fatto il bilancio della legislatura e disegnato ciò che dovrà esserci sullo sfondo dei prossimi anni, quale dovrà essere il ‘credo’ dei partiti: avere una visione sul futuro, sul sistema-Paese, “su come intendiamo svilupparlo” avendo “lungimiranza e coraggio”. È una “responsabilità repubblicana – ha detto Mattarella – che ricade su tutti noi”. Il presidente della Repubblica ha lasciato intendere – nelle sue cinque facciate e mezzo di discorso (inusualmente breve) – che “progettare l’avvenire è un dovere di tutti coloro che ricoprono incarichi pubblici ad ogni livello”.

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Il “prezioso assetto pluralistico che ci assegna la Costituzione suggerisce e richiede – è stata la sollecitazione di Mattarella – consapevolezza dell’interesse generale”. Questa “diffusa e comune responsabilità repubblicana – ha aggiunto – oggi impone il dovere di riflettere sul crinale storico in cui ci troviamo per definire l’idea del nostro Paese nel futuro”. Mattarella, nel suo intervento, ha voluto porre l’accento sullo sviluppo dell’ultimo anno di legislatura e sugli “importanti obiettivi raggiunti”. Innanzitutto, la ripresa economica. Poi, il “ruolo da protagonista” all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ancora, la “presidenza attiva e apprezzata del G 7”. Infine la celebrazione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Insomma, “un anno intenso, che ha visto consolidarsi la crescita dell’economia, dimostrando le potenzialità e le qualità del tessuto civile e produttivo” dell’Italia, ha rilevato il presidente. In questo quadro va inserita la nuova legge elettorale per la Camera e per il Senato. Una legge – ha ricordato Mattarella che, per la prima volta dalla sua introduzione la commenta – “con regole omogenee e non dissonanti, sul cui merito le opinioni sono legittimamente difformi ma che rappresentano il risultato di una scelta del Parlamento ed evita l’anomala condizione di chiamare al voto gli elettori con quel che residuava di due leggi parzialmente cancellate da due diverse decisioni giurisdizionali”.

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Questo elenco di risultati ottenuti sembra essere un modo per dire alle forze politiche che la mano ferma (nei modi e nel linguaggio a lui più consoni ovviamente) con cui il capo dello Stato ha di fatto trasportato la legislatura alla conclusione, frenando le reiterate e insistenti richieste di elezioni anticipate arrivate – ora dall’uno ora dall’altro partito – dopo il referendum costituzionale del dicembre 2016, ha prodotto risultati positivi. E anche le nuove regole elettorali, consentendo un ordinato svolgimento delle elezioni, permettono sì “un momento di confronto serrato, di competizione” ma quello che “mi auguro – ha detto Mattarella – è che vengano avanzate proposte comprensibili e realistiche, capaci di suscitare fiducia, sviluppando un dibattito intenso, anche acceso ma rispettoso. E’, questa, inoltre, una strada per ridurre astensionismo elettorale e disaffezione per la vita pubblica”. Soffermandoci “soprattutto sul nostro domani”. Anche perché la società italiana, “pur attraversata da segni di disorientamento, di sfiducia e di insicurezza, esprime una grande capacità di avvertire il senso della sorte comune che lega la collettività nazionale”. Il presidente ha rilevato che “con apprensione abbiamo registrato alcune manifestazioni di razzismo, antisemitismo, violenza, intolleranza, fanatismo”. Ma “il nostro Paese – ha sottolineato – dispone degli anticorpi necessari per contenere e respingere il contagio di ideologie e posizioni aberranti, condannate e superate dalla storia”. E poi, ha concluso, l’Italia ha la Costituzione, che “rappresenta la vittoria della libertà e l’affermazione di diritti inviolabili” e che “continua a indicare il cammino che la Repubblica percorre al servizio dei suoi cittadini e della loro convivenza”.

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