Mattarella: “Magistratura soggetta solo a legge, ma servono rigore e responsabilità”
Enzo Marino 3 Dicembre 2024Il capo dello Stato esorta maggioranza, opposizione e magistrati a rispettare il principio
In un momento di crescenti tensioni politiche e istituzionali, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito un principio cardine della Costituzione: la magistratura, inclusa quella contabile, è soggetta unicamente alla legge. Tuttavia, il suo intervento al Quirinale con i nuovi referendari della Corte dei Conti lascia intravedere anche un implicito richiamo alla responsabilità dei magistrati, spesso al centro di controversie che rischiano di alimentare divisioni piuttosto che costruire fiducia nelle istituzioni.
L’indipendenza come privilegio e dovere
L’articolo 100 della Costituzione garantisce l’indipendenza della Corte dei Conti, definendola magistratura contabile con un ruolo cruciale nella gestione delle risorse pubbliche. Ma questa indipendenza, come sottolineato dal Capo dello Stato, non può essere vista come un privilegio privo di responsabilità.
“La magistratura, ordinaria e contabile, è chiamata ad agire con imparzialità, rigore e nel rispetto del diritto di difesa e del principio di effettività della tutela giurisdizionale”, ha ricordato Mattarella. Dietro queste parole sembra celarsi un monito verso chi, all’interno del sistema giudiziario, può abusare del proprio ruolo, ignorando l’obbligo di operare esclusivamente nel solco della legge.
Una magistratura al centro del dibattito pubblico
Negli ultimi mesi, polemiche e accuse reciproche tra politica e magistratura hanno occupato il dibattito pubblico, mettendo in luce il rischio di una perdita di fiducia reciproca. Mattarella, pur difendendo l’autonomia della giustizia, sembra voler sottolineare che tale autonomia non può tradursi in uno scudo per decisioni o atteggiamenti percepiti come politicizzati o poco trasparenti.
“La soggezione alla legge – ha aggiunto – non è solo un principio costituzionale, ma una responsabilità che deve essere assunta con la massima consapevolezza.” Una dichiarazione che sembra voler ricordare ai magistrati che la loro funzione non è esente da critiche, soprattutto quando viene percepita come distante dai cittadini o dagli interessi generali dello Stato.
La Corte dei Conti e il PNRR: una sfida cruciale
Nel suo intervento, Mattarella ha anche fatto riferimento alla Corte dei Conti, ribadendo il suo ruolo costituzionale di garanzia nella gestione delle risorse pubbliche. Tuttavia, in un contesto in cui il governo sta valutando una ridefinizione delle competenze della Corte, emerge la necessità di un maggiore equilibrio tra il controllo istituzionale e l’efficienza amministrativa.
Gli scontri sul controllo dei fondi del PNRR mostrano come alcune decisioni della magistratura contabile siano state percepite come ostacoli alla tempestività degli interventi. Pur riconoscendo l’indipendenza della Corte, Mattarella sembra implicitamente suggerire che questa non debba tradursi in una rigidità eccessiva, capace di rallentare processi vitali per il Paese.
Un richiamo alla responsabilità collettiva
Il discorso del Presidente si configura quindi come un duplice avvertimento: da un lato, la politica deve rispettare l’indipendenza della magistratura; dall’altro, i magistrati devono ricordare che la loro funzione è al servizio del cittadino e non può trasformarsi in uno strumento autoreferenziale.
“La giustizia – ha concluso Mattarella – deve essere un pilastro di stabilità e fiducia, non il terreno di scontro tra istituzioni o il riflesso di interessi particolari”. Un messaggio diretto e critico, che punta a riportare il dibattito su binari di responsabilità, equilibrio e trasparenza, chiedendo a tutti – magistrati inclusi – di rispettare il ruolo che la Costituzione assegna loro senza mai tradirne lo spirito.