Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si prende ancora qualche ora di riflessione prima di decidere sul governo a guida Lega-M5S e domani si consulterà – dopo aver ricevuto oggi pomeriggio prima Di Maio e poi Salvini – con i presidenti di Senato e Camera. Il capo politico del Movimento 5 Stelle e il leader del Carroccio nei loro colloqui con il capo dello Stato hanno messo sul tavolo dello studio alla Vetrata – dopo una girandola di incontri sia fra di loro che fra le delegazioni dei due partiti – il nome del giurista Giuseppe Conte quale presidente del Consiglio. A quanto emerge al Colle non si è parlato di ministri. Prassi istituzionale vuole che al termine delle consultazioni il Quirinale, attraverso un comunicato, informi della convocazione del sig. X per l’ora Y. Un passaggio che lascia intendere come sia stato deciso l’incarico al nuovo premier. Ma oggi nulla di tutto ciò, Mattarella ha deciso di fare un ulteriore passaggio incontrando domani i vertici dei due rami del Parlamento: alle 11 il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e alle 12 il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Una ulteriore consultazione prima di prendere le sue decisioni che deriva anche dal fatto che Mattarella – dopo aver affidato loro un passaggio delle consultazioni – ritenga corretto informare Casellati e Fico degli sviluppi della situazione e ascoltare le loro valutazioni. Mattarella nel corso dei colloqui di questo pomeriggio ha fatto presente alle due delegazioni le preoccupazioni per i segnali di allarme sui conti pubblici e sui risparmi dei cittadini. Ha poi ricordato l’importanza cruciale del ruolo che la Costituzione assegna al presidente del Consiglio con l’art.95 che recita, fra l’altro: “Il presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del governo e ne è il responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo promuovendo e coordinando l’attività dei ministri”. Su queste osservazioni, emerge dagli incontri, ha trovato il consenso dei gruppi politici.
Insomma, un presidente che sta cercando con tutta la cautela possibile, e attraverso i richiami di queste settimane (ultimo il riferimento a Luigi Einaudi), di arrivare alla conclusione delle trattative per la formazione del nuovo governo, avviate dai partiti il giorno dopo le elezioni del 4 marzo. Evidentemente con due concetti ben presenti: da un lato si trova oggettivamente davanti ad una coalizione politica che ha trovato un accordo, è maggioritaria in Parlamento e ha senza dubbio (trovata appunto l’intesa) il diritto di governare il Paese; dall’altro, prendendo a prestito nei giorni scorsi le parole del primo presidente della Repubblica, ribadire agli interlocutori che il ruolo del capo dello Stato ha prerogative e poteri ben precisi stabiliti dalla Costituzione e che non è un ruolo notarile. Ecco allora il nuovo momento di riflessione con Casellati e Fico e lo slittamento di qualche ora del varo di un governo che sta prendendo forma giorno dopo giorno. Domani mattina i colloqui con i presidenti, domani pomeriggio in agenda c’è ancora l’impegno a Civitavecchia per la partenza della Nave della legalità. E giovedì potrebbe arrivare il famoso comunicato…