Politica

Mattarella promulga ma “smonta” il decreto Sicurezza bis. Le “rilevanti perplessità” del Colle

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, promulga il decreto sicurezza bis ma contestualmente invia una lettera ai presidenti del Senato, Maria Elisabetti Alberti Casellati, della Camera, Roberto Fico, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui esprime “rilevanti perplessità”. In particolare, il capo dello Stato ravvisa due criticità, sul soccorso in mare e sull’oltraggio a pubblico ufficiale, e per questo chiede un “nuovo intervento normativo”. Da una parte, Mattarella spiega che in merito alle sanzioni relative alla violazione delle acque territoriali “non è stato introdotto alcun criterio che distingua quanto alla tipologia delle navi, alla condotta concretamente posta in essere, alle ragioni della presenza di persone accolte a bordo e trasportate”. In teoria, dunque, anche una barca a vela che entrasse in porto dopo aver salvato un solo naufrago, rischierebbe una multa fino a un milione di euro.

La lettera di Mattarella sul Sicurezza bis

“Non appare ragionevole, ai fini della sicurezza dei nostri cittadini e della certezza del diritto, fare a meno – sottolinea – di queste indicazioni e affidare alla discrezionalità di un atto amministrativo la valutazione di un comportamento che conduce a sanzioni di tale gravità”. Il capo dello Stato premette di non entrare “nel merito” del provvedimento, ma richiama alle convenzioni internazionali parlando del soccorso in mare. In particolare, “la Convenzione di Montego Bay, richiamata dallo stesso articolo 1 del decreto” che “prescrive che ‘ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batta la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio e i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo'”.

Il secondo rilevo riguarda invece la parte del decreto in cui ci si occupa della sicurezza. In particolare i dubbi riguardano lo stop alla impunibilità per resistenza tenue, a pubblico ufficiale. Il capo dello Stato osserva come la norma non riguardi soltanto le forze dell’ordine, ma tutta un’altra serie di categorie e dunque “un ampio numero di funzionari pubblici, statali, regionali, provinciali e comunali nonché soggetti privati che svolgono pubbliche funzioni”. Mattarella fa inoltre presente l’incongruenza di non aver compreso i magistrati nei soggetti destinatari dell’oltraggio.

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