Il Capo dello Stato ha il dovere di fare rispettare la Costituzione, svolge una funzione di “responsabile vigilanza costituzionale”, spetta a lui “segnare indirizzi e orientamenti” per il bene del Paese senza con questo interferire nel ruolo di governo e Parlamento. Sergio Mattarella ripercorre – in un tripudio di citazioni, tutte scelte e calibrate attentamente – i tratti salienti del settennato di Giovanni Gronchi e come spesso gli è accaduto ricordando i suoi predecessori “dice” molto sulla situazione politica ed economica che il Paese sta vivendo. Ma anche – e forse mai come oggi – sulle funzioni, le prerogative e i poteri del presidente della Repubblica attraverso il quale, come sostienne Piero Calamandrei, “la Costituzione parla”. Riepilogo dei poteri, per esercitarli attivamente, si intende.
Mentre il premier Giuseppe Conte è al Consiglio europeo di Bruxelles, forte, come va ripetendo, di una “manovra di cui essere orgogliosi”, ma già bocciata a vari livelli dall’Ue, Mattarella parla a Pontedera (Pisa) alla commemorazione del quarantennale dalla scomparsa di Gronchi e sceglie di concentrare l’attenzione su alcuni passaggi dei discorsi dell’ex Capo dello Stato dedicati a conti pubblici ed integrazione europea, nonché al ruolo del Quirinale. Interventista come qualcuno definì Gronchi? Più che altro tenuto, “più per dovere che per diritto”, a usare la “cassetta di attrezzi della Costituzione”.
Le parole di Gronchi che Mattarella cita non lasciano adito a dubbi: il presidente sottolinea che il primo problema da risolvere, nell’Italia del 1955 come in quella di oggi, “è costituito dalla eliminazione della disoccupazione, che si accompagna alla miseria e agli stenti”, ma ricorda anche – sempre con Gronchi – “l’esigenza inderogabile di mantenere condizioni di sanità monetaria, attraverso una saggia politica per gli investimenti e le spese”. Poi c’è il capitolo Unione europea. Mattarella la difende a spada tratta perché “pur con lacune e contraddizioni ha assicurato un patrimonio inestimabile di pace e di benessere”. E insieme a questo richiama tutti a non fare confusione tra l’amore per la Patria e le sirene suadenti dei nuovi nazionalismi.
Gronchi, precisa, era un “interventista cattolico, volontario nella Prima guerra mondiale e decorato di una medaglia d’argento, due di bronzo e due croci di guerra”, ma pur senza mettere in discussione mai il suo patriottismo aveva ben “chiara la ferma distinzione tra significato e insopprimibilità dei valori patriottici e le infatuazioni di vuoti rigurgiti nazionalistici”. Nel pomeriggio il Capo dello Stato, già rientrato a Roma, vedrà il commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici, interlocutore preferenziale per l’Ue per discutere mediazioni sulla manovra. Che non competono certo al Colle, si sottolinea in ambienti del Quirinale, ribadendo che quella di Moscovici a Mattarella è una visita informale, di cortesia.