Sergio Mattarella ascolta, i suoi consiglieri prendono appunti registrando ogni minimo segnale, qualche domanda ai vari esponenti politici che si succedono sulle poltroncine dello studio alla Vetrata, una raccomandazione al senso di responsabilita’ verso il Paese che attende il governo. E non gli sfugge, anche dai primi colloqui, che la situazione e’ assai complicata. Il primo giorno di consultazioni al Quirinale si snoda senza scossoni, nessuna sorpresa eclatante, ma qualche piccolo segnale di novita’ rispetto alle mille dichiarazioni che si sono registrate in questo mese trascorso dalle elezioni. Innanzitutto nessuno dei consultati ha chiesto il ritorno alle urne, anzi la maggioranza ha chiesto che si possa evitare di precipitare nuovamente il Paese alle urne. L’unica che vi ha accennato come possibilita’, anche se da scongiurare, e’ stata Giorgia Meloni, ultima della serata alla guida di Fdi, che ha chiarito in caso non si riuscisse a dar vita a un governo a trazione centrodestra, che servira’ una nuova legge elettorale. O meglio, una rapidissima modifica al Rosatellum, con un premio di maggioranza alla lista o alla coalizione, in modo da garantire una maggioranza per il governo.
LeU apre al centrosinistra
L’altra piccola novita’ e’ la posizione di Leu, che ha aperto a un dialogo nel centrosinistra e non ha chiuso al M5s, indicando comunque nel programma il terreno di un eventuale confronto. Per il resto ieri la giornata è stata necessariamente interlocutoria, dato che i big, i gruppi piu’ numerosi, saliranno al Quirinale oggi: Silvio Berlusconi alla guida di Fi, Matteo Salvini della Lega, Maurizio Martina del Pd e Luigi Di Maio di M5s. Anche ieri, i quattro non si sono scambiati grandi cortesie, anzi hanno confermato quel clima di veti e controveti che non fa ben sperare in una soluzione a breve. Forse piu’ per questo che per l’effettivo andamento dei colloqui, Beatrice Lorenzin e’ stata chiara: “Questa consultazione e’ interlocutoria”. E Anche Giorgia Meloni ha azzardato che questi colloqui possano “non essere risolutivi” ed ha ipotizzato che nelle prossime consultazioni il centrodestra possa andare unito. Insomma, pochi si illudono sul fatto che oggi ci possa essere il colpo di scena.
Verso secondo giro di consultazioni
Il centrodestra, anche dal Quirinale, e’ apparso compatto: la leader di Fdi ha anzi dichiarato la sua indisponibilita’ ad allearsi con chi lo vuole dividere, lanciando strali contro chi pone veti. Il M5s invece vuole dividere Lega e Fi. Il Pd resta su una linea di opposizione. Ecco perche’, in attesa di sondare oggi gli altri partiti, molti gia’ scommettono sul fatto che a meta’ della prossima settimana possa svolgersi un secondo giro di consultazioni. In quell’occasione difficilmente l’atteggiamento di Mattarella sara’ ancora solo di ascolto rispettoso, il richiamo lanciato martedì alle forze politiche perche’ rispondano alle esigenze dei cittadini sara’ reiterato, come pure la sottolineatura del fatto che quando ci si trova davanti a un sistema elettorale proporzionale bisogna fare dei passi avanti reciproci per dar vita a un governo. Il Presidente ha tutta la pazienza di questo mondo, non intende mettere fretta ed e’ disposto a concedere qualche giorno di ulteriore riflessione se e’ per giungere alla nascita di un governo, ma le calende greche non sono tra le ipotesi che prende in considerazione.