di Antonio Angeli
Altro che bene rifugio: il “mattone”, l’investimento preferito dagli italiani, al momento è in picchiata. Sono letteralmente crollati i prezzi delle abitazioni in Italia: dal 2010 al 2016 si è registrata una contrazione del 14,9%, provocata in particolare dalle vendite delle case esistenti (-20%) e in misura minore dalle nuove costruzioni (-2,3%). I dati raccolti e resi pubblici dall’Istat rivelano che negli ultimi tre anni si è registrata una riduzione costante e inarrestabile dei prezzi. Prendendo come base di riferimento il 2010, nel 2013 le abitazioni costavano il 7,7% in meno, nel 2014 il prezzo era sceso dell’11,7% e nel 2015 aveva registrato un’ulteriore contrazione attestandosi al -14%. Analizzando i dati su un periodo più lungo, si osserva come siano state prevalentemente le abitazioni esistenti a contribuire prima al picco negativo del primo trimestre 2013 (-6,0%), con il -8,1% registrato in quello stesso trimestre, poi alla progressiva riduzione di ampiezza della flessione tendenziale dell’indice dei prezzi delle abitazioni.
Poiché, però, è dalla fine del 2011 che i prezzi delle abitazioni esistenti registrano variazioni negative, nel primo trimestre del 2016 rispetto alla media del 2010 sono calati del 20,0%, mentre quelli delle abitazioni nuove del 2,3%. Come ogni anno, ricorda l’Istat, in occasione dell’uscita degli indici del primo trimestre, vengono aggiornati, sulla base del valore delle abitazioni comprate e vendute, i pesi con i quali le abitazioni nuove e quelle esistenti contribuiscono al calcolo dell’Ipab. Il dato del 2016 (basato sui valori 2015) conferma una tendenza in atto già negli scorsi anni e che ha visto il progressivo ridimensionamento del peso delle abitazioni nuove passate dal 33,99% del 2010 (valori del 2009) al 20,32% dell’anno in corso.