Rai, max stipendi e potere. Merlo: “Sono vittima di stalking corporativo”. Usigrai: “E’ senza vergona”

TV PUBBLICA NELLA BUFERA L’editorialista di Repubblica dichiarato guerra a azienda e sindacato

francesco-merlo

”Ci consideravano degli intrusi e hanno fatto di tutto perché ci dimettessimo: io e Verdelli siamo stati vittime di stalking corporativo, da parte di sindacato, Cda e commissione di Vigilanza”: con queste parole, ospite di In mezz’ora di Lucia Annunziata su Rai3, Francesco Merlo, editorialista di Repubblica e ex consulente Rai per una breve stagione conclusasi con la decisione il 2 dicembre scorso di lasciare la Rai, ha provocato, come era inevitabile, una bufera nella tv pubblica. Del resto quelle parole non sono poi così lontane da quelle con cui, attraverso il suo giornale, aveva deciso di lasciare l’incarico (”Speravo di aiutare il giornalismo della Rai a liberarsi della soffocante dipendenza della politica. Vado via perché questa missione è impossibile”). Solo più per così dire mirate: sindacato, Cda, commissione di Vigilanza. E nel corso del pomeriggio tutte e tre queste ‘corporazioni’ si sono fatte sentire e in quell’ordine. La tv pubblica con una nota ufficiale non le ha potute ignorare e stigmatizzare: ”I giornalisti Rai meritano il massimo rispetto per l’impegno e la professionalità che ogni giorno mettono nel loro lavoro. A nessuno è consentito mettere in dubbio la correttezza e la professionalità dei giornalisti che quotidianamente lavorano nel servizio pubblico radiotelevisivo per fornire ai cittadini italiani un’informazione corretta ed equilibrata, tantomeno quella di chi – impegnato ogni giorno sul territorio nelle sedi regionali – si trova sovente a far fronte ad emergenze e difficoltà”.

SUPER STIPENDIO L’esecutivo Usigrai, chiamato direttamente in causa in diretta tv, aveva immediatamente replicato con durezza alle parole di Merlo, definendole ”senza vergogna” e chiedendo se l’azienda non ritrovasse nelle dichiarazioni gli estremi per chiedere i danni. Tra l’altro proprio il super stipendio di Merlo è stato al centro delle polemiche: 240 mila euro. ”L’unico che si è accorto del passaggio di Merlo in Rai è il cassiere che gli ha dovuto pagare il lauto stipendio. Se noi – ha commentato il sindacato – siamo stati i suoi stalker, lui è stato il mobbizzatore della Rai che vuole le riforme: insulta, si fa chiamare in Rai, prende i soldi (tanti!), non produce nulla e scappa. Il vertice della Rai – dal Dg al CdA – che lo ha voluto come consulente, esca dal corresponsabile silenzio, chieda scusa ai cittadini per come hanno speso i loro soldi, e valuti se esistono gli estremi per chiedere i danni per le affermazioni di oggi”. Merlo dalla Annunziata aveva sottolineato che ciò che ha causato l’ostracismo nei confronti suoi e di Verdelli (che si è dimesso il 3 gennaio scorso) è anche “il rapporto malato tra informazione e politica” che in Rai “ha la sua sublimazione”.

SEDI REGIONALI Rai che, ha aggiunto, “è la sintesi hegeliana di tutti i giornali di partito”. Il consigliere d’amministrazione Rai Franco Siddi ha commentato che Merlo ”l’ha voluta buttare in politica”, ma in realtà lui la Rai ”non l’ha voluta conoscere e oggi ha continuare a sparlarne, accusando i Tg regionali di essere delle piccole fabbriche dei partiti”. ”Peraltro il piano da lui tanto decantato, al quale aveva lavorato, giustamente conserva le 21 sedi regionali. Le aggrava di macroregioni organizzative, sovrastrutture pesanti e di decine di redattori singoli nei centri intermedi, quasi creando veri feudi personali. Altro che mobbizzato, Merlo – dice Siddi – ha lavorato in libertà e oggi non porta rispetto a questa Rai che comunque la cifra della libertà non la perde. Oggi ha avuto la parola per dire la sua, senza repliche. Solo la Rai può concedere questa opportunità, ma lui invece, assumendo su di se’ un privilegio da casta, senza pudore alcuno sputa nel piatto in maniera indecente”. Il commento più duro resta quello dell’Usigrai: ”Merlo lasci perdere le sedi regionali: mentre noi eravamo al lavoro sul campo per l’emergenza terremoto, lui – consulente Rai – invece di coordinare il lavoro, era a scrivere pezzi per il gruppo L’Espresso, per arrotondare lo stipendio da 240mila euro. E la conduttrice Lucia Annunziata avrebbe ben potuto smentire Merlo e ricordarlo”.