Il sindaco di Milano Giuseppe Sala vuole andare subito a processo, bypassando la fase di udienza preliminare. “Poiché sono certo che verrà riconosciuta la mia innocenza ed è mia intenzione accelerare quanto più possibile i tempi del processo, ho dato mandato ai miei legali affinché chiedano che si proceda con giudizio immediato”, ha scritto il sindaco di Milano dalla sua pagina Facebook. Sala è indagato nell’inchiesta sulle presunte irregolarità che avrebbero caratterizzato l’assegnazione dell’appalto della cosidetta “Piastra dei Servizi” di Expo, vinto dal gruppo Mantovani con un ribasso record del 42%: 149 milioni di euro contro i 272 milioni della base d’asta. La Procura generale di Milano lo accusa di falso materiale e ideologico perché, nella sua veste di amministratore delegato di Expo 2015 spa, avrebbe retrodatato due verbali della commissione aggiudicatrice della gara sulla “Piastra” per sostituire, nel più breve tempo possibile, due componenti che nel frattempo erano risultati incompatibili. L’accusa di turbativa d’asta, contestata dall’accusa nell’avviso di chiusura indagini e relativa all’appalto per il verde di Expo, è invece stata stralciata. A questo punto l’udienza preliminare prevista per settimana prossima è destinata a saltare: “Il 14 dicembre – ha scritto a questo proposito il primo cittadino milanese sul popolare social network – è fissata l’udienza preliminare nel procedimento relativo alla presunta retrodatazione di un atto della gara d’appalto della ‘Piastra’ di Expo Milano 2015. Sono trascorsi più di cinque anni dai fatti che mi vengono imputati e le indagini preliminari, pur protratte per un periodo di tempo inusualmente lungo, non hanno evidenziato alcun elemento di prova idoneo a supportare l’accusa che mi viene mossa. In tanti atti è possibile leggere che mai nessuno è stato favorito, ma che l’unica finalità perseguita è stata quella di garantire il rispetto dei tempi per l’apertura dell’Esposizione Universale. Quegli stessi fatti, del resto, erano già stati valutati come privi di rilevanza penale sia dalla Guardia di Finanza delegata alle indagini, sia dalla stessa Procura della Repubblica di Milano”.[irp]
Dopo la richiesta archiviazione dei pm Paolo Filippini, Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi respinta dal gip Andrea Ghinetti, la procura Generale avocò il fascicolo assumendosi di fatto la titolarità dell’indagine. Fu poi il procuratore generale Felice Isnardi (nel frattempo andato in pensione) ad iscrivere nel registro degli indagati il nome di Sala contestandogli il reato di falso materiale e ideologico. Di oggi la decisione di Sala di scegliere il rito immediato, formula che gli permetterà di andare subito a dibattimento saltando l’udienza preliminare. “La modalità più rapida che la legge processuale prevede per arrivare velocemente all’accertamento nel merito delle ipotesi di accusa attraverso il vaglio dibattimentale”, ha sottolineato ancora il sindaco di Milano su Facebook. L’auspicio è “che si arrivi in tempi rapidi ad accertare la verità e, quindi, la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. Ho sempre agito per il bene comune e continuerò a farlo”.[irp]