La premier britannica Theresa May ha svelato per la prima volta una parte del suo piano per la Brexit nel vertice di ieri con i suoi partner europei, garantendo anche che i cittadini Ue regolarmente residenti nel Regno unito potranno restare nel paese dopo l’uscita dall’Unione europeo. Angela Merkel, la cancelliera tedesca, ha commentato definendo “un buon inizio” le proposte del capo del governo di Londra. La leader conservatrice britannica, che si trova in difficoltà in patria dopo aver registrato un arretramento alle recenti elezioni che le hanno fatto perdere la maggioranza assoluta, ha dato “un impegno chiaro che non sarà chiesto ad alcun cittadino dell’Ue che si trovi attualmente nel Regno unito in maniera legale di lasciare” il paese. Inoltre ha aggiunto, secondo una fonte governativa britannica, che “tutti i cittadini dell’Ue che si trovino legalmente qui, nel momento in cui il Regno unito lascerà (l’Ue), avranno la possibilità di regolarizzare il loro status per restare nel paese”.
E, questa, per lei è una proposta “equa e seria”. Tuttavia non è detto che sia sufficiente a soddisfare gli altri leader dell’Ue, i quali chiedono anche che i tre milioni di cittadini europei che si trovano in Gran Bretagna possano adire la Corte di giustizia europea per le cause che li riguardino, idea questa che viene respinta dall’inquilina del 10 di Downing Street. Non a caso la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto di vedere nelle proposte un “buon inizio” ma ha aggiunto che “restano ancora molte, molte altre questioni” da regolare. Un gruppo di pressione che rappresenta gli immigrati Ue nella Gran Bretagna, “the3milion”, ha definito “patetica” la proposta che “non offre alcuna garanzia a vita” dei loro diritti. Merkel, prima del summit, era comunque stata chiara, dando una doccia fredda a May. “Per me costruire un futuro per i 27 membri è prioritario rispetto alla questione dei negoziati con la Gran Bretagna sulla sua uscita”, ha prevenuto la cancelliera, prima ancora di ascoltare le proposte della collega britannica. “Deve essere chiaro che il summit europeo non è un forum per i negoziati della Brexit” aveva rincarato la dose il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.