Terremoto in Europa. L’eurodeputata socialista greca Eva Kaili, uno dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, è stata arrestata per una sospetta corruzione con soldi arrivati dal Qatar, nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura federale belga sul presunto scandalo riguardante l’assegnazione dei Mondiali al Qatar, per l’appunto. Prima di lei erano stati fermati quattro italiani, tra cui l’ex eurodeputato di Articolo 1 (eletto con il Pd), Antonio Panzeri, e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini, già segretario generale dei sindacati europei. Inoltre, nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell’ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonché compagno di Kaili. La quarta persona fermata è invece direttore di un’Ong che opera a Bruxelles.
I primi a dare la notizia dell’inchiesta che ha innescato la valanga che rischia di travolgere tutto il gruppo dei Socialisti e democratici sono stati i giornali belgi Le Soir e Knack. L’indagine, ora nelle mani del Gip Michel Claise che nelle prossime 48 ore dovrà decidere se convalidare i fermi, è per un presunto caso di corruzione, organizzazione criminale e riciclaggio di denaro. Secondo il quotidiano belga Le Soir il Paese del Golfo in questione sarebbe il Qatar, dove si sta svolgendo in questi giorni la seconda fase del Campionato mondiale di calcio e già al centro di indagini sulla presunta corruzione per la assegnazione del torneo.
La tesi degli inquirenti dell’Ufficio Centrale per la Repressione della Corruzione belga (OCRC) è che delle ingenti somme di denaro e doni significativi sarebbero stati regalati a persone che rivestono un ruolo strategico all’interno del Parlamento europeo. Con questa motivazione la procura di Bruxelles ha ordinato perquisizioni in diverse zone della capitale belga tra cui Bruxelles-Ville, Crainhem, Forest, Ixelles e Schaerbeek. Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo”, ha confermato la procura federale di Bruxelles senza fornire tuttavia né il nome del Paese né tantomeno le identità delle persone coinvolte.
La corruzione sarebbe avvenuta “versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all’interno del Parlamento europeo”, ha spiegato la Procura. Tra le sedici abitazioni perquisite c’è anche quella della vicepresidente del Parlamento europeo, la socialdemocratica greca Eva Kaili che è già stata sentita dagli inquirenti. Kaili è stata espulsa dal Pasok, il Movimento socialista panellenico, per decisione del presidente Nikos Androulakis. E a seguire anche dal gruppo S&D dell’Eurocamera “con effetto immediato, in risposta alle indagini in corso”.