Mazzette per appalti in Sicilia: arrestato anche il presidente di Rfi. Lo Voi: “Politici? Al momento non sembrano coinvolti”

OPERAZIONE BLACK LIST Oltre a Lo Bosco in manette due dirigenti del Corpo forestale della Regione Siciliana. Petralia: corruzione rifiuto speciale da eliminare. Trovato libro mastro delle tangenti VIDEO

lo bosco

Tre funzionari pubblici, tra cui il presidente di Rete ferroviaria italiana Dario Lo Bosco, sono finiti ai domiciliari a Palermo con l’accusa di avere intascato tangenti per decine di migliaia di euro. Oltre al numero uno di Rfi, ed ex commissario della Camera di commercio di Catania, agli arresti sono stati posti i due dirigenti del Corpo forestale dello Stato (che dipende dalla Regione Autonoma) Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi. Per tutti e tre l’accusa è di concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo la Procura di Palermo, Quattrocchi e Marranca avrebbero incassato mazzette rispettivamente per 149 mila e 90 mila euro, mentre Lo Bosco avrebbe preso una somma pari a 58mila euro. L’operazione, denominata “Black list” potrebbe essere però soltanto l’apice di un iceberg molto più profondo all’interno della pubblica amministrazione siciliana già scossa in passato da altre inchieste. Sono in corso, infatti, decine di perquisizioni e sequestri negli uffici del Corpo forestale della Regione siciliana nella sede di Rete ferroviaria italiana a Roma, ma anche negli uffici palermitani dell’Ast, l’Azienda siciliana dei trasporti. Perquisizioni si sono svolte anche a casa di numerosi altri indagati, tra i quali “alcuni importanti esponenti pubblici”. Le indagini, a cura della locale Squadra Mobile, diretta da Rodolfo Ruperti, hanno raccolto numerosi indizi, in relazione a due distinti episodi: nel primo caso, un appalto pubblico per l´importo complessivo di 26 milioni di euro, sono protagonisti Marranca e Quattrocchi, a carico dei quali il reato ipotizzato è, per Marranca, l´induzione indebita a dare o promettere utilità, per il Quattrocchi, anche il reato di concussione; il secondo episodio riguarda Lo Bosco per il quale si ipotizza il reato di induzione indebita a dare o a promettere utilità.

L’inchiesta trae spunto da un più ampio contesto investigativo, che ha interessato un noto imprenditore agrigentino, che, insieme ai fratelli, è a capo di un gruppo di imprese dalle molteplici attività, prevalentemente interessate ai lavori pubblici. In particolare sarebbe emerso il coinvolgimento della Sistet Tecnology srl, ditta agrigentina impegnata nell’istallazione e manutenzione di impianti di radiocomunicazione e di videosorveglianza, riconducibile ai fratelli del gruppo imprenditoriale e di cui è amministratore il noto imprenditore agrigentino, nei lavori riguardanti la gara di appalto indetta dal Corpo Forestale della Regione Sicilia dell’importo di circa 26 milioni di euro (appalto relativo all’ammodernamento tecnologico e potenziamento operativo del sistema di radiocomunicazione del Corpo Forestale della Regione Siciliana compresa l´installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette), ditta aggiudicatrice della gara di appalto, nel 2012 e con lavori tutt’ora in corso. Le indagini hanno registrato, sin da subito, una particolare “intimità” tra l’imprenditore agrigentino e i due Funzionari della Forestale, Quattrocchi e Marranca, rispettivamente presidente della commissione di gara dei lavori in questione e successivamente Dec (Direttore dell’Esecuzione del Contratto) e Rup (Responsabile Unico del Procedimento) della medesima gara d´appalto.

I due funzionari pubblici, in particolare, si rendevano disponibili a “sbloccare” situazioni di stallo nell’esecuzione dei lavori da parte della Sistet Tecnology, aggiudicataria della gara e di cui l´imprenditore agrigentino era l´amministratore, ponendosi in una condizione di stabile asservimento agli interessi personali ed economici dell’imprenditore, cui garantivano, con decisioni conformi agli interessi d´impresa, un iter dei lavori privo di “intoppi”, non sottoposto a particolari vagli, chiedendo in cambio versamenti di denaro, oltre a regalie varie ed assunzioni per la compagna e la figlia del Marranca. Ma non solo. Le indagini hanno permesso anche di collocare l´imprenditore al centro di un altro contesto illecito, del tutto estraneo all’attuale appalto della Forestale: si tratterebbe di un importante e rivoluzionario progetto, legato, tra l’altro, alla realizzazione di un sensore meccanico/elettronico da installarsi sui mezzi ferroviari italiani e che la società Rfi ( Rete Ferroviaria Italiana) si proponeva di acquistare. E’ proprio in quest’ambito che s’inserisce la figura di Lo Bosco, Presidente della RFI, che si è dichiarato interessato all’acquisto del sensore, inducendo a tal fine l’imprenditore a versare una tangente, in più tranches, pari a 58.650 euro. L’imprenditore empedoclino, tra l’altro, annotava tutto in un vero e proprio libro mastro delle tangenti, in cui lo stesso imprenditore annotava meticolosamente i pagamenti nei confronti di soggetti pubblici utili ai fini dell’impresa.

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“La corruzione è un rifiuto speciale che va espunto quanto più possibile”, ha detto il pm di Palermo Dino Petralia. La punta di un iceberg? “Non è il discorso di punta di iceberg – ha aggiunto il pm -è un discorso di corruzione che per definizione, ogni volta che trova accadimenti singoli ed episodi specifici è la punta di un iceberg. Ci stiamo molto più convincendo che la corruzione è un fenomeno molto più ampio di quello che ci si può immaginare. Non una grande associazione, ma un grande fenomeno”. Sul libro mastro scoperto durante l’indagine, Petralia ha spiegato: “C’era una rendicontazione commerciale molto dettagliata e puntigliosa da parte di un imprenditore che teneva questo resoconto per varie ragioni. Un po’ per memoria, un po’ per pressione, un po’ per esigenze di contabilità parallela, che ci ha consentito di scovare e snidare tangenti e personaggi istituzionali”. “Politici? Al momento non sembrano coinvolti. Oggi, l’obiettivo dell’attivita’ corruttiva sembrano piu’ gli alti dirigenti della burocrazia, che sorvegliano l’avanzamento dei lavori e tutte le pratiche”, ha detto invece, il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi.