Mediobanca: crescita Sistema Italia attesa a +7,7% nel 2021
Nel 2020 liquidità +24,1%, rivalutazioni porteranno vantaggi fiscali
Nonostante nel 2020 il fatturato delle società italiane sia sceso dell’11,7% rispetto all’anno precedente, a causa degli impatti della pandemia sulle attività economiche, le prospettive future sono rosee e il Sistema Italia ha tutte le carte in regola per la ripresa: le attese sono di una crescita pari al +7,7% quest’anno, cui seguirebbe un +6,5% nel 2022. E’ quanto stima l’Area Studi di Mediobanca che ha presentato la nuova edizione dei Dati Cumulativi, indagine annuale sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione (2140 le società analizzate).
La copertura vaccinale sempre più ampia e la ricostituzione degli scambi internazionali, sottolinea il rapporto, inducono all’ottimismo, al netto delle riserve legate alla dinamica dei prezzi delle commodities e alla rimozione delle misure di sostegno alle imprese attivate nel 2020. Inoltre, nell’ultimo anno le imprese hanno assunto comportamenti funzionali a cogliere in modo efficace la ripresa. Il contenuto costo del denaro ha, infatti, agevolato importanti operazioni di assunzione di debito finanziario: l’ammontare raccolto nel 2020 ha una consistenza che non si osservava dal 2007 ed è costituito per il 96,3% da indebitamento a medio lungo termine, tanto che a fine anno tale componente è arrivata a rappresentare il 70% di tutta la provvista finanziaria, la quota maggiore da inizio decennio.
Questa ricomposizione delle scadenze, spiega Mediobanca, conferisce maggiore stabilità alla struttura debitoria.
Un secondo aspetto d’interesse è relativo al concomitante aumento della liquidità che ha segnato un aumento del 24,1% sul 2019, essenzialmente sotto forma di cassa (+31,5%). La scorta liquida assume la valenza sia di cuscinetto prudenziale sia di risorsa destinabile a investimento. Il terzo aspetto di natura patrimoniale del 2020 riguarda il fatto che il maggiore debito assunto non ha compromesso la solidità patrimoniale dell’aggregato, grazie alle rivalutazioni che porteranno vantaggi fiscali per gli anni a venire. La sostanziale invarianza dell’incidenza dei debiti finanziari sui mezzi propri è stata resa possibile dall’iscrizione di imponenti rivalutazioni monetarie introdotte ex lege (Decreto Agosto) che hanno comportato la costituzione di riserve di patrimonio netto per 24,2 miliardi, equivalenti al 70% circa dei maggiori debiti finanziari contratti.
Si tratta di un importo monstre, sottolinea Mediobanca, che non ha precedenti recenti: l’ultima grande operazione di questa natura è avvenuta nel 2000 per un importo di 15 miliardi (19,8 miliardi a valori correnti). La rivalutazione del 2020, a differenza delle precedenti, ha riguardato principalmente asset intangibili (55,3% del totale). A fronte di un’imposta sostitutiva effettiva pari al 3,5% circa (870 milioni di maggiore introito per l’Erario), le imprese italiane hanno maturato la possibilità di spesare maggiori ammortamenti dal 2021, con relativo beneficio fiscale.