Stop al vecchio patto “leggero” di Mediobanca a fine 2018 e, a partire da inizio 2019, nuovo accordo ancora più “light” – dal momento che vi aderirà soltanto il 19,82% del capitale dopo l’addio di Vincent Bollorè e di Italmobiliare – e “unicamente di consultazione”. Il nuovo accordo, concordato all’unanimità tra i pattisti che non avevano dato disdetta, lascia i soci aderenti completamente liberi da vincoli o limitazioni alla vendita o all’acquisto di azioni Mediobanca, salvo l’impegno “a non porre in essere operazioni che facciano sorgere obblighi di Opa”. Altrimenti, il partecipante inadempiente “è obbligato a tenere indenne da costi e oneri tutti gli altri partecipanti” se dal mancato rispetto di tale principio “dovessero sorgere obblighi di Opa”.
Mediobanca avrà di fatto, in questo modo, un flottante pari al 100% del capitale e sarà interamente contendibile. Essendo l’accordo esclusivamente di consultazione, prevede poi “la piena libertà di voto dei partecipanti nell’assemblea ordinaria o straordinaria dei soci della banca”. Gli organi del nuovo accordo saranno un comitato con funzioni istruttorie e organizzative “formato da tre o quattro componenti tra cui il presidente dell’accordo” e l’assemblea. Tra le materie sulle quali l’assemblea dell’accordo avrà titolo a deliberare c’è la possibile presentazione delle liste per la nomina del cda e del collegio sindacale di Mediobanca (compresa la designazione dei candidati al ruolo di presidente e Ad di piazzetta Cuccia).
Ma i partecipanti “convengono” che la facoltà che ha il cda della banca di presentare una propria lista per il rinnovo del board “sia la prassi preferibile in quanto maggiormente aderente alla normativa europea e alle best practices internazionali”. Se, quindi, il cda della banca deposita una lista, “nessun partecipante avrà la facoltà di presentare una propria lista, ferma restando la piena libertà di voto nell’assemblea dei soci della banca”. Se, invece, il cda uscente non dovesse presentare la propria lista, il presidente dell’Accordo “convocherà senza ritardo l’assemblea dei partecipanti per predisporre una lista che dovrà essere approvata con la maggioranza dei tre quarti delle azioni”. Se, infine, il cda uscente non presentasse la propria lista e l’assemblea dei partecipanti non fosse in grado di approvare la lista con la maggioranza richiesta, “ogni partecipante o gruppo di partecipanti avrà la facoltà di presentare una propria lista, ferma restando la piena libertà di voto nell’assemblea dei soci della banca”.
Al nuovo patto di consultazione, previo via libera dagli organi deliberanti di ciascun soggetto entro la fine dell’anno, aderiscono UniCredit, il gruppo Mediolanum, Schematrentatré, Fin.Priv., Fininvest, gruppo Gavio, gruppo Ferrero, gruppo Pecci, Angelini Partecipazioni Finanziarie, Sinpar, Mais Partecipazioni Stabili, Finprog Italia, Vittoria Assicurazioni e Romano Minozzi. Ciascuno di questi cesserà di essere un partecipante, con recesso “immediato e automatico” se la partecipazione complessiva di azioni di cui è titolare diverrà pari o inferiore a 500.000 azioni. Rispetto ai precedenti accordi parasociali di Mediobanca, questo non prevede soglie minime di adesione complessiva il cui infrangimento possa determinarne lo scioglimento.