di Giuseppe Novelli
“Si costruisce insieme perché e’ solo un incontro che genera soggetti nuovi, vivi, in grado di incidere nel mondo”. La frase dell’editoriale dell’ultimo numero di “Meeting quotidiano” fornisce due informazioni: che la kermesse del movimento di Comunione e liberazione – nonostante gli organizzatori abbiano scelto di invitare sempre meno politici e piu’ “testimoni della vita normale” – vuole ancora essere il luogo dove ci si puo’ incontrare, un salotto dove politica, economia e religione tornano a confrontarsi dopo la pausa estiva; ma anche che nonostante l’appuntamento di Rimini rischi di trasformarsi in una “stanca liturgia”, ha ancora la capacita’ di sganciarsi dal passato, dai personalismi, dagli introversi dibattiti partitici. Le 800 mila presenze in una settimana, i tremila volontari, gli oltre duecento relatori confermano questa tesi. Il messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e di Papa Francesco, aveva gia’ impresso un “tono ufficiale” al Meeting che ha affrontato quest’anno il tema della “mancanza”, con un invito esplicito a continuare a essere una voce nel panorama culturale, religioso e sociale italiano. Quasi a supplire quella poca attenzione riservata l’anno precedente dalle alte gerarchie. Il suggello l’ha dato martedi’ il premier, Matteo Renzi, che come i suoi predecessori e’ salito sulla pedana ciellina. Ma ha fatto di piu’: ha chiesto proprio ai nipoti di don Giussani una “collaborazione” per aiutare il paese a uscire dalla crisi.
“Questa non e’ la nascita di un nuovo schieramento politico, non siamo renziani né antirenziani – ha precisato Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarieta’ -. Pero’ siamo pronti a collaborare”. Dopo le distanze prese con Roberto Formigoni e Maurizio Lupi per le vicende giudiziarie che li hanno interessati, quei politici che non hanno rinunciato a una passeggiata tra i padiglioni della fiera, sono stati fotografati come “marziani” (compreso il parlamentare del Movimento 5 stelle, Mattia Fantinati, che ha utilizzato la tradizionale riunione dell’Intergruppo per la sussidiarieta’, per rovesciare offese e improperi a Comunione e liberazione). E gli appuntamenti piu’ seguiti sono stati quelli di p. Charly amico di Papa Francesco, parroco delle periferie di Buenos Aires, della lady afghana Rula Ghani, del parroco siriano di Aleppo, Ibrahim Alsabagh. Anche se di politica ci si e’ potuti cibare per sei giorni, per esempio, con sei ministri (Martina, Poletti, Gentiloni, Galletti, Delrio, Padoan), il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, e l’ex ministro dell’Istruzione, Luigi Berlinguer.
Un Meeting con meno politica, ma anche piu’ laico nonostante in fiera a Rimini non siano mancati religiosi e sacerdoti. E vescovi, tra tutti il segretario della Cei, Nunzio Galanti, al centro delle polemiche dopo gli attacchi alla politica sul tema dell’accoglienza ai profughi. “Papa Francesco parla di una chiesa in uscita, noi vogliamo essere quel modello di chiesa” ha spiegato Vittadini. Quindi piu’ spazio alla “vita reale”, all’incontro tra le persone. Ecco, il Meeting del futuro avra’ un “forte accento antropologico” come ha spiegato al termine la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, Emilia Guarnieri. “Tu sei un bene per me” e’ il titolo della prossima edizione, che non fa riferimento a nessuna citazione, a nessun poeta, a nessun filosofo: “Quel tu – spiega ancora Guarnieri – e’ la persona diversa che ci vive accanto, e’ quello che vive dall’altra parte del Mediterraneo”. (foto, don Giussani)