Ucraina, crisi in Medio Oriente, ma anche agricoltura, oltre a un punto su allargamento, riforme e migranti. Sono questi i temi al centro del Consiglio europeo che si tiene domani e venerdì a Bruxelles.
Per quanto riguarda l’Ucraina, sottolinea il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la priorità è da un lato “la rapida fornitura di aiuti militari”, dall’altro “l’implementazione e l`applicazione efficace delle nostre sanzioni”. Meloni oggi alla Camera, replicando alle opposizioni, ha respinto “la tesi per la quale la posizione del governo italiano non sia chiara” e per la maggioranza – compresa la Lega – “parlano le decisioni e i voti”. La premier ha ribadito che “è la Russia a non volere la pace” e sostenere Kiev “è esattamente propedeutico a una pace”.
Sul Medio Oriente, lo scorso Consiglio si era chiuso senza una dichiarazione comune dei 27. “Ci sono state molte divergenze, l’impegno italiano è di riuscirci in questa riunione, fare in modo che il Consiglio possa terminare con una posizione chiara su questa materia”, ha spiegato. Michel inviterà i leader a impegnare ancora di più l’Ue “a favore di una soluzione giusta e globale tra israeliani e palestinesi, in cui lo Stato di Israele e uno Stato di Palestina democratico, sovrano e vitale vivano fianco a fianco in pace, sicurezza e riconoscimento reciproco”. Una soluzione, quella dei due popoli e due Stati, portata avanti anche da Meloni, secondo cui è necessario fare fin da ora passi “concreti” per andare in quella direzione.
Oltre ai temi di geopolitica, un dossier rilevante sarà quello dell’agricoltura. “I nostri agricoltori europei – sottolinea il presidente del Consiglio europeo – hanno espresso le loro preoccupazioni in modo forte e chiaro” e l’obiettivo è compiere “progressi senza indugio, in particolare per quanto riguarda la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare e la concorrenza leale, sia nel mercato interno che a livello globale”. Per Meloni i problemi degli agricoltori dipendono “anche dalle politiche e dalle scelte ideologiche e a volte folli che la sinistra ha imposto in Italia e in Europa”. Adesso, a livello comunitario, è “urgente” intervenire sull`attuazione della Pac: “La recente proposta della Commissione di ampia revisione della Pac va nella giusta direzione” ma “è importante lavorare rapidamente alla riforma”.
Sull’allargamento a Est la posizione italiana è sempre stata favorevole (anche ampliandola ai Balcani Occidentali), pur con la necessità di gestire bene il processo – che deve procedere di pari passo con l’iter delle riforme della governance – per evitare contraccolpi. Sarà infine fatto il punto sulla questione dei migranti, anche alla luce dell’accordo tra Ue ed Egitto siglato domenica scorsa al Cairo. Nelle sue comunicazioni la presidente del Consiglio ha rivendicato quell’accordo, che “segna un salto di qualità”. L’Italia – per lei – ha creato un “modello”, quello dell’intesa con la Tunisia, che “sta dando i suoi frutti”. La linea italiana per la difesa dei confini esterni è diventata “il paradigma di riferimento anche per l’Unione Europea”, cosa che all’opposizione “non è riuscita” sulle redistribuzioni.
A Bruxelles dunque tornerà a chiedere di “attuare pienamente il piano di azione in dieci punti presentato dalla Commissione Ue e attualmente in fase di implementazione”. A margine dei lavori sono possibili incontri bilaterali, così come non si può escludere un ‘chiarimento’ con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo il vertice dei giorni scorsi con il premier polacco Donald Tusk, anche se Meloni oggi in Aula ha smentito una ‘irritazione’ dell’esecutivo per il mancato invito: “E’ il formato di Weimar, non c’è stata nessuna esclusione dell’Italia”, ha assicurato.