La guerra in Ucraina e i migranti sono i due temi al centro del summit di Tirana dei leader dell’Ue e dei Paesi dei Balcani occidentali, a cui oggi prenderà parte la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per la prima volta (dopo le edizioni organizzate da Slovenia, Croazia e Bulgaria) il vertice si tiene in uno dei Paesi per il quale è stato avviato, a livello più o meno avanzato, il processo di adesione: oltre all’Albania sono Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Kosovo.
La scelta di Tirana è appunto, viene fatto notare, un “riconoscimento” all’Albania per i progressi compiuti nel percorso verso Bruxelles, che l’Italia ha sempre sostenuto. Ai lavori prenderanno parte, tra gli altri, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. L’agenda vede come primo punto la necessità di una stretta collaborazione per affrontare le conseguenze dell’aggressione russa. A questo proposito, un focus particolare sarà riservato alla sicurezza energetica e alimentare nei Balcani occidentali.
I leader discuteranno poi di come approfondire il dialogo politico e strategico e faranno il punto sui progressi compiuti in alcune materie: per l’integrazione dei Balcani occidentali nel mercato interno dell’Ue (tra gli altri, resta il ‘nodo’ del roaming telefonico); nella modernizzazione dei loro sistemi di pagamento in linea con le norme dell’Ue nel settore digitale; nell’attuazione delle corsie verdi fra l’Ue e i Balcani occidentali, un’iniziativa volta a facilitare la logistica transfrontaliera e il flusso continuo di merci. Il vertice offrirà inoltre l’opportunità di discutere di possibili azioni coordinate nei settori della sicurezza e della difesa, che sono diventati ancora più rilevanti nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina. Un dossier che comprende la lotta contro la manipolazione delle informazioni da parte di soggetti stranieri e il miglioramento della cibersicurezza collettiva.
Altro tema “caldo” è quello delle migrazioni, dal momento che il numero di migranti lungo la rotta dei Balcani occidentali è notevolmente aumentato nell’ultimo anno. Tra le azioni da mettere in campo ci sono l’allineamento alla politica dell’Ue in materia di visti e la cooperazione nei sistemi di rimpatrio. I leader discuteranno anche di come rafforzare la collaborazione in materia di lotta al terrorismo e prevenzione della radicalizzazione. Al vertice Meloni ribadirà il sostegno dell’Italia al processo di integrazione, che Roma, come affermato più volte, considera strategico per la stabilizzazione di tutta l’area.
Il Summit (anche se al momento non ci sono incontri fissati) sarà anche l’occasione per tornare a incontrare altri leader europei e conoscere i partner dei Balcani, a partire dal premier albanese Edi Rama, che sarebbe dovuto venire a Roma lo scorso fine settimana ma che ha dovuto rinunciare per motivi istituzionali. Tra Italia e Albania ci sono ottime relazioni, ribadite anche con la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dello scorso settembre: il rapporto con il Paese delle Aquile è strategico sia da un punto di vista economico (siamo il primo mercato dei prodotti albanesi) sia geopolitico.