Meloni: alle Comunali è stato premiato il buongoverno

Il presidente del Consiglio definisce stoica vittoria Ancona

giorgia meloni

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni non ha mai nascosto di ritenere qualsiasi elezione, persino le amministrative spesso fortemente condizionate da logiche locali, anche un giudizio sull’operato del governo. E a sette mesi dalla nascita del suo esecutivo, questa tornata amministrativa che vede il centrodestra vincere praticamente ovunque, viene considerato nel suo staff la conferma che persino dalla plancia di comando, dove si devono fare i conti con la realtà molto più che stando all’opposizione, la sua leadership non ha subito smacchi.

A Catania la vittoria è a mani bassi, ma in fondo era attesa. Il superamento della ‘linea rossa’, la conquista di Ancona al ballottaggio, è il trionfo da esibire, il risultato per cui la premier non ha paura di usare l’aggettivo storico, la dimostrazione – dice – che “non esistono più le roccaforti”. “Voglio ringraziare – afferma – tutti i cittadini che hanno scelto di accordare la loro fiducia al centrodestra e hanno premiato il nostro buongoverno, le nostre proposte e la nostra concretezza”. Una prova di forza (pur nella debolezza delle opposizioni) che arriva in un momento in cui l’esecutivo deve risolvere il problema con la P maiuscola, quella gestione dei fondi del Pnrr che possono fare la differenza per il futuro e su cui è in corso una interlocuzione con l’Ue che spesso somiglia a un braccio di ferro.

Ed è per questo che dentro Fratelli d’Italia si considera questa tornata elettorale, pur circoscritta ad alcune città, una prova generale ben riuscita delle elezioni a cui tutti già guardano nonostante manchi un anno esatto. Le Europee, con il sistema di voto proporzionale, non sono soltanto un modo per registrare i rapporti di forza interni alla maggioranza. Per Meloni è soprattutto l’opportunità di raggiungere un obiettivo al quale ormai lavora da mesi: cambiare l’asse di forza a Bruxelles, sostituendo il Pse con i Conservatori nell’alleanza con il Ppe. L’esito del voto spagnolo, che ha convinto il premier Pedro Sanchez a convocare elezioni anticipate, viene apertamente letto dai dirigenti del partito di Meloni come un’onda lunga che può arrivare fino a Strasburgo, anche se in Spagna l’alleanza tra Popolari e Vox, partito che fa parte dei conservatori, è tutt’altro che strutturale.

“E’ l’antipasto di quello che ci auguriamo accada alle prossime elezioni politiche spagnole e, pochi mesi dopo, anche a Bruxelles”, dice il capo delegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. In questo progetto, Meloni può contare sulla sponda di Manfred Weber, che peraltro tra dieci giorni sarà in Italia, anche se non tutto il Ppe spinge in quella direzione. Ma di alleanze da un po’ di tempo ragiona anche la Lega di Matteo Salvini, ora nel gruppo Identità e democrazia, che vuole evitare il rischio di rimanere isolato in Europa. Oggi il Consiglio federale ha dato mandato al segretario di “avviare una “interlocuzione a 360 gradi”. Un argomento di cui il vicepremier ha parlato anche con Silvio Berlusconi nella visita fatta oggi ad Arcore.