Sistemi di difesa aerea, artiglieria e proiettili, missili a lungo raggio, droni, apparecchiature per la guerra elettronica. Sono queste le richieste che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avanzato ai leader che partecipano al summit di Granada della Comunità politica europea. “Abbiamo l’opportunità di infliggere una sconfitta fondamentale all’aggressione della Russia” ma servono altre armi, ha detto. Armi Zelensky le ha chieste anche a Giorgia Meloni, in un incontro a margine del vertice. “Abbiamo discusso del prossimo pacchetto di aiuti militari dell’Italia, comprese le modalità per rafforzare la nostra difesa aerea”, ha scritto il leader ucraino su X. La premier, da parte sua, ha ribadito “il continuo e convinto sostegno a 360 gradi del governo italiano alle autorità ucraine” con “l’obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva”.
Meloni, mercoledì, aveva confermato che ci sarà un nuovo pacchetto di armi, su cui sta già lavorando il ministro della Difesa Guido Crosetto. Ma le forniture, aveva sottolineato, saranno fatte “compatibilmente con le richieste” e “con la necessità di non sguarnire la nostra sicurezza”. Il nuovo pacchetto (l’ottavo) agita la politica italiana. Nei giorni scorsi aveva creato qualche tensione l’annuncio, da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani, di nuove forniture. Su questo la decisione spetta alla Difesa, aveva precisato Crosetto, salvo poi assicurare che con il titolare della Farnesina c’è una “sinergia piena e ottima”. Il problema però, prima che politico, è tecnico: dopo quasi due anni di guerra le scorte di armi e munizioni nei magazzini italiani sono molto diminuite e i costi sostenuti sono molto elevati.
L’opposizione divisa
“I tecnici – ha spiegato Crosetto – stanno verificando ciò che possiamo dare e, con realistica obiettività, ho detto che, su alcuni rifornimenti, per gli ucraini molto importanti, siamo limitati dalla nostra necessità e volontà di non scendere sotto una certa soglia di sicurezza interna”. Sulla questione, nell’opposizione si registrano opinioni differenziate. “Siamo dalla parte dell’Ucraina – sottolinea la segretaria del Pd Elly Schlein – ma, accanto al necessario sostegno anche militare a Kiev, dobbiamo esplorare ogni possibile spazio diplomatico per la fine del conflitto e la ricerca di una pace giusta che si faccia carico delle reagioni dell’aggredito”.
Va all’attacco invece il Movimento 5 stelle, che chiede a Crosetto di riferire in Parlamento. “Purtroppo il nostro governo persegue una strategia bellicista, guerrafondaia”, afferma Giuseppe Conte, per il quale, “Meloni ha deciso di dare priorità” agli “aiuti con le armi e quindi alla produzione di armi e munizioni mentre invece programma tagli alla spesa sanitaria e volge le spalle agli italiani”. “È tutt`oggi che si inseguono dichiarazioni di chi sostiene che il Governo aiuti troppo l`Ucraina e di chi invece dice che ci stiamo tirando indietro. A nessuno interessa la verità ma solo polemizzare”, la risposta di Crosetto. Al di là della questione delle armi, secondo quanto si apprende, nell’incontro di Granada Meloni e Zelensky hanno parlato anche di altri tipi di forniture, a partire da quelle necessarie per affrontare l’inverno che si avvicina. Tra i temi del colloquio anche la ricostruzione, che sarà anche al centro del G7 a guida italiana.