La premessa è che con Matteo Salvini c’è “un’amicizia che va anche fuori dalla politica”. Però sul tema del giorno, il piano casa del ministro con le accuse di ‘condono’ da parte delle opposizioni, la premier sembra frenare il suo vice su una norma che, evidentemente, non era stata condivisa. “Salvini – spiega Meloni a ‘Porta a porta’ – mi accennò qualcosa diverso tempo fa, oggi ha ribadito che sta lavorando su questa norma ma non la conosco e non sono in grado di dare un giudizio. Il comunicato parla di sanare le piccole difformità interne, come se uno ha alzato un tramezzo… se è questo, è ragionevole, ma non posso commentare una norma che non ho letto”.
E questo non è l’unico passaggio in cui la presidente del Consiglio sembra rimarcare una distanza con il leader leghista. L’altro è relativo al voto per le europee: il suo progetto, spiega, “è cambiare la maggioranza” con un “centrodestra con al centro i conservatori”. Un progetto “non facile” ma “alla portata” a patto di – e questo sembra il richiamo a Salvini – “non dividerci tra di noi” e non “alzare bandierine” perché “così facciamo un favore alla sinistra”. A proposito di Europa, Meloni spiega anche il suo rapporto con Ursula von der Leyen, che è “istituzionale” ma non riguarda le elezioni.
“Ursula von der Leyen – ricorda – è la candidata del Ppe, io sono la presidente dei Conservatori europei che probabilmente potrebbero avere un loro candidato”. La Commissione uscente, prosegue, “ha fatto molti errori” e lei non ha lesinato le critiche, ma da premier “ho costruito una collaborazione istituzionale perché è doveroso, perché devo portare a casa risultati per l’Italia”. Dopo il voto, ha anche ribadito, Ecr valuterà la richiesta di ingresso del partito di Viktor Orban, perché “io penso che ricomprendere sia meglio che isolare”. Visto anche il rapporto con Orban, Bruno Vespa le chiede la sua impressione sulle foto di Ilaria Salis portata in tribunale in manette.
Quell’immagine, risponde, “impatta perché non siamo abituati in Italia, ma è un trattamento che in Ungheria vale per tutti” e “abbiamo fatto sentire le nostre ragioni al governo ungherese”. Di più, al momento, però, l’esecutivo non può fare – sostiene – e anzi la “campagna della sinistra”, anche con “insulti all’interlocutore” ungherese, “rischia di non aiutare Ilaria Salis”. Tra gli altri temi affronti, la riforma del premierato. Meloni ribadisce di non essere “contraria” all’elezione diretta del presidente della Repubblica, boccia la proposta di cancellierato del Pd che “vuole un sistema in cui riesce a governare anche quando perde le elezioni” e si dice “abbastanza laica” sull’ipotesi di ballottaggio per la legge elettorale.
Infine il capitolo sanità, dopo l’appello di 14 scienziati per il Servizio sanitario nazionale, le accuse delle opposizioni all’esecutivo e le Regioni che minacciano il ricorso alla Consulta. “I numeri dicono che non è vero che si taglia la sanità: il fondo sanitario nel 2024 è al massimo storico di sempre: 134 miliardi”, afferma, dichiarandosi pronta a “lavorare con le Regioni per aumentare l’efficienza del sistema”. Anche se – “noi mettiamo i soldi ma non siamo quelli che li spendono, quelli che li spendono sono le regioni”. Nessuna domanda, da parte di Vespa, invece sulle mozioni di sfiducia contro Matteo Salvini e Daniela Santanché, entrambe respinte dal Parlamento.