Giorgia Meloni difende la manovra (dopo le polemiche per le critiche di Bankitalia) e rassicura sul massimo impegno del governo per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La presidente del Consiglio oggi è arrivata a Tirana per il summit Ue-Balcani occidentali, ma dall’Italia la seguono le tensioni della politica interna. In primo luogo la manovra, dopo lo ‘scontro’ di ieri tra governo e via Nazionale. La Banca d’Italia, in audizione, aveva sollevato alcune critiche, in particolare sulla flat tax, sull’innalzamento al tetto per l’uso del contante, sulle nuove norme sul Pos. Rilievi a cui aveva replicato duramente il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, principale consigliere della premier, salvo poi fare una (mezza) marcia indietro. Per Meloni, in realtà, sulle “grandi voci” della finanziaria “non ci sono critiche sostanziali” da parte di Bankitalia e “questa è la cosa più importante”. Una conferma, per la presidente del Consiglio, che “è una manovra ben fatta, seria”, un “buon lavoro”, nonostante i tempi strettissimi.
Per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza, dopo gli allarmi dei giorni scorsi sul rispetto degli obiettivi e sui presunti ‘ritardi’ lasciati dal governo Draghi, oggi è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per ribadire che il piano è “un’assoluta priorità” e che l’impegno assunto con l’Ue “va, ovviamente, onorato”. Parole che Meloni dice di condividere, come dimostra il fatto che l’esecutivo “dall’inizio del suo mandato sta lavorando in maniera incessante sul Pnrr”. Certo ci sono difficoltà, dovute in particolare all’aumento delle materie prime, ma “stiamo lavorando con molta concentrazione”. Un altro fronte che si apre è quello della giustizia, con il guardasigilli Carlo Nordio che ha illustrato le sue linee guida per la riforma, che comprendono, tra le altre cose, la separazione delle carriere, il superamento dell’obbligo dell’azione penale, la revisione delle intercettazioni. Punti che, sottolinea Meloni, “il governo condivide”, ritenendo quella della giustizia una “priorità”.
Sul fronte internazionale, al centro del vertice ci sono stati il percorso di adesione all’Ue dei Paesi dei Balcani occidentali (che l’Italia sostiene), la guerra in Ucraina, con le sue conseguenze, e il tema dei migranti, in particolare sulla rotta balcanica, che ha visto un notevole incremento di flussi nell’ultimo anno. Un tema, quest’ultimo, che sta molto a cuore all’Italia, che è stretta, per la premier, in una “tenaglia” tra i Balcani e il Mediterraneo. Per Meloni occorre passare da un dibattito su una “presunta redistribuzione” alla “difesa dei confini”. Ed è positivo che, la Commissione Ue, dopo “alcune posizioni” dell’Italia, abbia “messo il tema della rotta del Mediterraneo come un tema centrale”. Su questo il governo continuerà a insistere, così come non cambierà posizione sulle Ong che soccorrono i migranti in mare. A questo proposito, dopo le “tensioni” delle scorse settimane con Parigi e il “gelo” di Bali, non c’è stato ancora un colloquio con Emmanuel Macron, anche se la premier e il presidente francese si sono parlati brevemente.
Probabilmente un chiarimento ci sarà nei prossimi giorni, a margine dei vertici di Alicante o Bruxelles, ma comunque con la Francia, ha assicurato, “mi pare che le cose vadano bene”. Meloni ha invece avuto colloqui, a Tirana, con il premier albanese Edi Rama, con il presidente serbo Aleksandar Vucic e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, con cui a discusso in particolare di energia in vista del Consiglio europeo della prossima settimana. Per la presidente del Consiglio la priorità è “fermare i costi della speculazione” e per far questo la proposta presentata dalla Commissione “non mi sembra sufficiente e quindi lavoriamo per migliorarla”. La premier è poi ripartita per l’Italia, per riprendere il lavoro sulla manovra: domani in agenda ci sono un nuovo incontro con i sindacati e una riunione con i capigruppo di maggioranza. Poi in serata sarà alla prima della Scala. askanews