Meloni e Berlusconi firmano la “tregua”, insieme al Quirinale
Al lavoro per il governo, 5 ministri ciascuno a Lega e Forza Italia VIDEO
Sono le 16.35 quanto Silvio Berlusconi varca, in auto, l’ingresso del palazzo di via della Scrofa che ospita la sede di Fdi. Davanti una folla di giornalisti e curiosi aspetta fin dal primo pomeriggio l’arrivo del leader di Forza Italia e di Giorgia Meloni, attesi a un incontro di chiarimento dopo il grande gelo seguito al voto in Senato di Forza Italia per l’elezione di Ignazio La Russa (a cui hanno partecipato solo lo stesso Berlusconi ed Elisabetta Casellati) e alla foto “rubata” degli appunti con commenti ben poco lusinghieri sulla Meloni. I ‘pontieri’ erano già al lavoro da giorni per una riappacificazione dopo la frattura. Berlusconi, completo blu e camicia scura, è stato accolto all’interno del palazzo da Meloni, in giacca rosa. Il leader si è scusato per il ritardo (l’incontro era fissato per le 16), rassicurato dalla leader di Fdi che, da parte sua, ha cercato subito di stemperare la tensione, garantendo che il passato è “lasciato alle spalle” perché ora la cosa importante “è dare al più presto un governo al Paese”.
L’incontro, un faccia a faccia durato circa un’ora e un quarto, assicurano in una nota congiunta Fdi e Fi, “si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione”. L’accordo, insomma, c’è e il primo effetto è aver sventato il rischio, che era stato paventato nei giorni scorsi, di un centrodestra diviso alle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fdi e Fi, si spiega infatti nella nota, “si presenteranno uniti, con le altre forze della coalizione”, al Quirinale e “sono al lavoro per dare il più presto possibile all’Italia un governo forte, coeso e di alto profilo che si metta subito al lavoro per affrontare le urgenze”. Ufficialmente nell’incontro, non si è parlato di posti, dato che “ancora non c’è l’incarico”, come ribadiscono da via della Scrofa. Ma sicuramente Berlusconi ha chiesto garanzie affinché Forza Italia sia rappresentata al pari della Lega, che ha già avuto la presidenza della Camera.
Per gli azzurri, confermano fonti a diretta conoscenza delle trattative, i dicasteri saranno cinque, a partire da quello pesante degli Esteri, a cui andrà Antonio Tajani, che sarà anche vicepremier (come Matteo Salvini, che avrà le Infrastrutture). Per Forza Italia, si spiega, c’è un posto pronto anche per Gilberto Pichetto Fratin alla Transizione ecologica ed energia e per Elisabetta Casellati alle Riforme. Da definire gli altri due posti, che non comprendono però la Giustizia, a cui la premier in pectore vuole l’ex magistrato Carlo Nordio. Le fonti parlano dei ministeri di Università e Pubblica amministrazione, per i quali i nomi che circolano sono quelli di Annamaria Bernini e Alessandro Cattaneo. Quello che ha chiesto Meloni, ha detto in serata il capogruppo uscente di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida, sono “persone di qualità, di grande levatura e spessore” senza nessun “bilancino”. Se poi non saranno trovate le persone giuste, ha precisato, “ci saranno probabilmente dei tecnici”.
Sul fronte della Lega, il Carroccio rileva che sono stati “smentiti i gufi e la sinistra, il centrodestra è determinato a partecipare alle consultazioni con una delegazione unitaria per poi offrire al più presto un governo all’altezza delle aspettative degli italiani”. Anche ai leghisti dovrebbero andare cinque ministeri. Oltre a Salvini, per il Mef prende corpo l’ipotesi di Giorgetti mentre all’Agricoltura potrebbe andare Gianmarco Centinaio. Probabile un leghista anche per il ministero degli Affari regionali, dove potrebbe andare Roberto Calderoli (che puntava alle Riforme) mentre Simona Baldassarre potrebbe ottenere il dicastero alla Disabilità. Per quanto riguarda gli altri 13 posti (su un totale di 23), la maggior parte andrà a Fratelli d’Italia, con alcuni innesti “tecnici”.
Tra gli altri nomi che circolano ci sono il prefetto Matteo Piantedosi in pole position per gli Interni; il presidente della Croce Rossa Francesco Rocca per la Salute (ma c’è anche l’ipotesi Guido Bertolaso); Guido Crosetto sarebbe destinato al ministero dello Sviluppo economico; Adolfo Urso alla Difesa; Raffaele Fitto agli Affari europei; l’ex governatore della Sicilia Nello Musumeci al Mezzogiorno; mentre il centrista Maurizio Lupi dovrebbe diventare ministro per i Rapporti con il Parlamento. Domani alle Camere si riuniscono i gruppi per eleggere i capigruppo poi, probabilmente giovedì, potranno partire le consultazioni al Quirinale. Il quadro per la composizione dell’esecutivo “è a buon punto”, assicurano fonti di primo piano in Fdi e l’obiettivo è presentarsi alle Camere per la fiducia la prossima settimana.