L’idea era nata al G20 di Nuova Delhi e si è concretizzata oggi a Granada: Giorgia Meloni e Rishi Sunak fanno fronte comune e lanciano un nuovo “format” -allargato a Paesi europei ma fuori dall’Unione – per mettere in campo iniziative comuni per la lotta contro il traffico di esseri umani.
A margine del summit della Comunità politica europea, si sono riuniti oltre alla presidente del Consiglio e al premier britannico, i primi ministri dei Paesi Bassi Mark Rutte e dell’Albania Edi Rama, a cui si sono aggiunti il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Assente il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ma anche il padrone di casa Pedro Sanchez: gli spagnoli non avrebbero gradito l’iniziativa, dato che il tema dei migranti non era nell’agenda della Cpe mentre è in quella del Consiglio europeo informale di domani. “Ma gli spagnoli naturalmente erano informati e invitati. Il formato è aperto a chiunque voglia partecipare”, assicurano fonti italiane.
“Dalla diagnosi alla cura”
Comunque, dopo la riunione di oggi, i contatti continueranno nelle prossime settimane. L’obiettivo è quello mettere in campo azioni concrete e coordinate per combattere il traffico di esseri umani, con un approccio omnicomprensivo, passando “dalla diagnosi alla cura”. Questo può essere fatto, ad esempio, grazie a scambi informativi e di intelligence; collaborazione tra le polizie; accordi con i Paesi di origine e di transito, con veri e propri partenariati. Nel corso dell’incontro, secondo quanto si apprende, non si è parlato del cosiddetto “modello Ruanda” per i rimpatri attuato da Sunak (e apprezzato da Meloni) ma giudicato illegale dalla Corte d’appello di Londra.
I bilaterali
Né sarebbe stato affrontato il tema delle Organizzazioni non governative, mentre c’è stato un confronto sul ruolo dell’Organizzazione internazionale per i migranti (Oim) e dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Il tema dei migranti, come detto, sarà sul tavolo del Consiglio informale e si preannuncia una discussione tesa. Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha ribadito oggi che intende “porre un veto duro” sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, che ieri si è sbloccato dopo lo ‘stallo’ determinato dalla ‘querelle’ tra Roma e Berlino sulle Ong. Arrivando a Granada, questa mattina, Meloni si è detta “soddisfatta” per “un testo che va molto più incontro alle esigenze dell’Italia, abbiamo dimostrato che siamo tutt’altro che isolati in questa trattativa”. Però, ha aggiunto, sulla dimensione esterna, quella che interessa all’Italia “bisogna correre di più”.
Per domani, secondo quanto si apprende, Morawiecki (membro dei conservatori di Ecr presieduti da Meloni) ha chiesto un incontro alla premier, ma ancora il bilaterale non è stato definito. Stessa richiesta sarebbe stata avanzata dal leader ungherese Viktor Orban. Anche nel luglio scorso, sui migranti, Meloni aveva cercato senza successo una mediazione con lo stesso premier polacco e il leader ungherese Viktor Orban, anch’egli contrario al via libera al Patto.