E’ stato quasi un (possibile) passaggio di consegne annunciato l’incontro di oggi a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Petr Fiala: secondo i rumors la premier dopo le europee potrebbe lasciare la guida dei conservatori di Ecr e in pole position per la successione ci sarebbe proprio il primo ministro ceco. Scontato quindi – al di là degli “eccellenti” rapporti bilaterali tra i due Paesi – che il colloquio di oltre un’ora si sia incentrato proprio sui temi al centro dell’agenda europea, in vista del voto di giugno.
Nelle dichiarazioni congiunte alla stampa, Meloni ha sottolineato una “identità di vedute” su vari temi, a partire dai migranti. “Ci siamo sempre trovati d’accordo – ha spiegato la presidente del Consiglio – sul fatto che per gestire la migrazione la priorità è lavorare sulla dimensione esterna, con i Paesi terzi e i partner per prevenire i flussi piuttosto che gestirli. L’Italia sta dando il buon esempio con il Piano Mattei, senza approccio paternalistico e caritatevole e intenzioni predatorie”. Per Fiala sul tema Roma gioca “un ruolo fondamentale e importante” e insieme – anche ad altri Paesi – Italia e Repubblica Ceca vogliono “andare oltre il patto di migrazione”.
In questo – per Fiala – è “un modello” l’accordo con l’Albania, “che dobbiamo provare e poi magari possiamo allargarlo e svilupparlo, affinché rappresenti una di quelle strade per risolvere i problemi dell’immigrazione illegale”. Dopo le elezioni, inoltre, ha auspicato Meloni, i nuovi vertici comunitari dovranno lavorare per “il rafforzamento della competitività e della sicurezza economica, una necessità oltre che economica geopolitica. Serve una politica industriale coerente accompagnata da un sostegno finanziario concreto: bisogna investire sul nostro futuro e lo dobbiamo fare insieme”, ha detto mandando un messaggio ai ‘frugali’ che si oppongono a strumenti di finanziamento comuni.
“Sarà fondamentale – ha proseguito – rendere l’Ue un attore sempre più rilevante, influente, serve una strategia e sostenerla con strumenti concreti, a partire dalle risorse necessarie perché nessuno Stato membro può affrontare da solo le grandi sfide. L’Europa può farlo se si dota della strategia e degli strumenti necessari”. Infine, per la premier, “l’Europa deve diventare finalmente un gigante geopolitico” e questo “va di pari passo con una industria della difesa in grado di soddisfare necessità ed esigenze in un contesto internazionale così complesso. Su questo c’è piena concordanza con Fiala”, ha concluso Meloni.