Politica

Meloni in pressing con l’Europa sui migranti, apertura da Michel

Oggi il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, venerdì il primo ministro svedese Ulf Kristersson a Stoccolma al mattino e il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino nel pomeriggio. Senza escludere, nei giorni seguenti, una ‘puntata’ a Parigi da Emmanuel Macron. Giorgia Meloni apre i dieci giorni che la separano dal Consiglio europeo di Bruxelles (in programma il 9 e 10 febbraio) cercando sponde, o quantomeno non opposizioni, sulle proposte dell’Italia, in particolare sul tema dei migranti ma anche sul sostegno all’economia. Oggi dunque a Palazzo Chigi è arrivato Michel per un colloquio a pranzo con la premier. Sui migranti, uno dei temi che saranno all’ordine del giorno del Consiglio, Meloni ha ribadito la necessità che “si trovino soluzioni europee a un problema che è europeo”. Un problema di “sicurezza” e di “difesa dei confini”, ha detto, che “l’Italia non può governare da sola”.

La presidente del Consiglio è consapevole che in Europa ci sono sensibilità diverse e interessi diversi sul tema: la stessa Svezia, presidente di turno, ha escluso la possibilità di modifiche all’attuale sistema dell’accoglienza. Però, ha ammonito Meloni, “penso che a nessuno convenga dividersi perché si rischia di fare un favore ai trafficanti di esseri umani e questo una civiltà come la nostra non credo lo voglia e possa permetterlo”. Su questo da Michel è arrivato un segnale di apertura. “Dobbiamo essere molto impegnati e molto mobilitati – ha sottolineato – per sostenere la difesa e la tutela delle frontiere esterne dell’Unione europea e dell’Italia. Che sono anche le frontiere esterne dell’Ue”. Certo, ha ammesso, “abbiamo molto lavoro che ci aspetta, dovremo rimboccarci le maniche e dar prova di realismo e volontà politica per essere all’altezza delle sfide che dobbiamo affrontare”.

Oltre che di migranti, al Consiglio si parlerà anche della situazione economica e di come sostenere la competitività delle imprese. Un tema estremamente complesso, che vede in particolare la Germania protagonista. La Commissione, infatti, sta valutando la possibilità di allentare le rigide norme sugli aiuti di Stato, cosa che potrebbe avvantaggiare chi, come Berlino, ha maggiori risorse da spendere. Per questo oggi Meloni ha chiesto “cautela sul rilassamento delle regole” perché “l’obiettivo è sostenere le imprese senza rischiare di indebolire il mercato unico: bisogna assicurare parità di condizioni”. Per l’Italia, invece, quel che serve è “coraggio, visione e parità di condizioni per tutti gli stati membri”, anche attivando strumenti innovativi, come un “fondo sovrano europeo per sostenere gli investimenti” e “proteggere la sovranità industriale e tecnologica”.

Un’ipotesi su cui pesa il ‘nein’ della Germania. Lo stesso Michel ha ammesso che una decisione su questo “richiederà più tempo”, mentre il presidente del Consiglio Ue si è detto d’accordo con Meloni sulla necessità di “difendere il mercato interno”. Adesso per la presidente del Consiglio la partita si sposta sui partner. Oltre ai contatti telefonici in corso e in programma, mercoledì a Palazzo Chigi arriva la presidente dell’Ungheria Katalin Novak. Poi Meloni partirà per la doppia missione nella giornata di venerdì, con il colloquio con Scholz che potrebbe essere decisivo in vista del Consiglio. Intanto gli ‘sherpa’ sono al lavoro per organizzare anche un bilaterale con Macron: potrebbe essere a ridosso della riunione di Bruxelles, ma ancora l’appuntamento non è stato segnato a penna sull’agenda.

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