Meloni incontra la mamma di Cecilia Sala. Ma la giornalista continua a dormire al freddo su un pavimento di cemento

Elisabetta Vernoni è stata ricevuta a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio: “La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando”

Elisabetta Vernoniok

Elisabetta Vernoni

Nella giornata di oggi, Elisabetta Vernoni, madre della giornalista italiana Cecilia Sala, è stata ricevuta a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Questo incontro segue un vertice convocato d’urgenza per discutere della situazione della giornalista, attualmente detenuta in Iran, e conclusosi nel pomeriggio nella stessa sede governativa. Alla riunione hanno partecipato figure chiave dell’esecutivo: il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, insieme ai rappresentanti dei servizi di intelligence.

Il vertice ha avuto come obiettivo principale quello di delineare una strategia per garantire l’immediata liberazione di Cecilia Sala. La situazione si complica ulteriormente con la richiesta dell’ambasciata iraniana a Roma di liberare Mohammad Abedini, detenuto in Italia su mandato degli Stati Uniti, in risposta alla nota della Farnesina che esigeva l’immediata scarcerazione della giornalista italiana.

Dopo il vertice, la premier Meloni ha incontrato i genitori di Cecilia Sala, con Elisabetta Vernoni che ha espresso un cauto ottimismo riguardo agli sforzi del governo: “Ci siamo guardate negli occhi, anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato, aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo”.

In risposta alle richieste delle opposizioni, il sottosegretario Mantovano ha garantito una rapida informativa al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, con l’intento di aggiornare il Parlamento sulla questione. L’ambasciata iraniana a Roma, attraverso un post su X, ha commentato l’incontro diplomatico definendolo “amichevole” e ha assicurato che alla giornalista sono state fornite tutte le agevolazioni necessarie, includendo accesso consolare e ripetuti contatti telefonici con i familiari.

La convocazione dell’ambasciatore iraniano

Il ministro degli Esteri Tajani aveva ordinato la convocazione dell’ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, per chiarire la posizione italiana: si esige il rilascio immediato di Cecilia Sala e si richiede una verifica delle condizioni in cui è detenuta. Ma il destino di Cecilia Sala è sempre più legato a quello di Mohammad Abedini. L’Iran lo ha messo in chiaro con il suo ambasciatore a Roma, convocato dal segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia alla luce della seconda, e per ora ultima, telefonata della giornalista ai parenti. Ha raccontato come le sue condizioni nella prigione di Evil, dove è rinchiusa dal 19 dicembre, non siano in alcun modo migliorate: due coperte come giaciglio, niente materasso né maschera per gli occhi nella cella illuminata 24 ore.

Le condizioni di detenzione

Le informazioni emerse dalle telefonate della giornalista con i suoi cari dipingono un quadro drammatico. Cecilia Sala ha raccontato di dormire per terra al freddo, senza materasso, e di non avere ricevuto il pacco con beni di prima necessità inviato dall’ambasciata italiana. Ha anche riferito che le sono stati confiscati gli occhiali da vista. Queste testimonianze sono state riportate da diversi quotidiani nazionali che hanno sottolineato la gravità della situazione.

La detenzione di Cecilia Sala nel carcere di Evin, noto per essere un centro di repressione, continua a sollevare preoccupazioni per le condizioni umane e legali in cui la giornalista è trattenuta, richiamando l’attenzione internazionale sulla necessità di un intervento rapido e deciso per garantire la sua liberazione e il rispetto dei diritti umani.