L’Onu ha il “dovere” di “rifiutare ogni ipocrisia” sui migranti e di “dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani”. E’ questo l’appello che Giorgia Meloni ha lanciato nel suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Meloni ha parlato nel tardo pomeriggio di New York, dopo un giornata in cui ha avuto vari incontri, tra cui quelli con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e con il premier canadese Justin Trudeau. Proprio per questi appuntamenti – è stato spiegato – ha rinunciato a parlare al Consiglio di sicurezza, dove è intervenuto il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
I temi del G7
Nel suo discorso la presidente del Consiglio ha toccato le priorità dell’Italia, che saranno anche quelle del G7: le grandi migrazioni e lo sviluppo dell’Africa, la guerra in Ucraina, la governance di fenomeni come l’intelligenza artificiale. In “un`epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue” non è il momento “delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste”, ha detto. Occorre dunque ripartire da due principi, “da una parte le nazioni, che esistono perché rispondono al bisogno naturale degli uomini di sentirsi parte di una comunità di destino” e dall’altra l’aspirazione delle stesse nazioni di “trovare un luogo nel quale risolvere le controversie internazionali con uno strumento più difficile da utilizzare ma decisamente più efficace nei risultati della forza, cioè lo strumento della ragione”.
Dunque occorre dire ‘no’ “a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista” decidendo “da che parte della storia stare”. E l’Italia “ha scelto chiaramente da che parte stare” consapevole “di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili” e “ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano, la materia prima indispensabile per sfamare milioni di persone”. Le conseguenze del conflitto in Ucraina, ha ricordato, “impattano soprattutto sulle Nazioni del Sud del mondo: è una guerra mossa non solo contro l’Ucraina, ma contro le nazioni più povere”. La “scelta” è stata quella di “creare il caos e diffonderlo” e nel caos “si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili” incuranti del fatto che i viaggi in mare “troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo”.
Le rassicurazioni del premier
L’Italia, ha assicurato Meloni, intende “combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa” ma “combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite”. Così come dovrebbe essere obiettivo di tutti lo sviluppo dell’Africa che “non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato”. Con il continente africano “spesso l`approccio è stato predatorio” e allo stesso tempo “paternalistico” ma ora è necessario “invertire la rotta” anche per “offrire un`alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un`alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile”. In questo l’Italia darà “il buon esempio” con il ‘Piano Mattei’. Altro tema che sta a cuore alla premier è quello dell’Intelligenza artificiale, che è “sicuramente una grande opportunità in molti campi” ma che presenta anche “enormi rischi”.
L’intelligenza artificiale
Per far sì che l’IA non sia “una ‘zona franca’ senza regole” per Meloni “servono meccanismi di governance globale capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche”. Infine la riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che deve essere “più rappresentativo, trasparente ed efficace” garantendo “una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale” per uscire “dall`assetto cristallizzato all`esito di un conflitto che si è concluso ottant`anni fa”. La conclusione è stata affidata a una citazione di Giovanni Paolo II, che proprio all’Onu aveva parlato il 2 ottobre del 1979 ricordando che “l`attività politica, nazionale e internazionale, viene ‘dall`uomo’, si esercita ‘attraverso l`uomo’ ed è ‘per l`uomo’.
Meloni ha chiuso la sua trasferta a New York per rientrare a Roma, dove la attende il lavoro sulla Nadef e sulla legge di Bilancio. L’obiettivo della missione era porre il tema dei migranti e la premier lo aveva fatto anche ieri, con incontri con il presidente turco Erdogan e con diversi leader africani. Sempre ieri c’era stato anche il tempo per un omaggio alla comunità italiana, con la deposizione di una corona di fiori alla statua di Cristoforo Colombo, prima di una cena al ristorante italiano ‘Ribalta’, senza partecipare al tradizionale ricevimento offerto dal presidente Usa Joe Biden.