Lancia un nuovo progetto politico, chiede le elezioni subito (con qualsiasi legge elettorale) e sprona gli italiani ad abbandonare la rassegnazione. Giorgia Meloni riunisce a Roma le tante anime del centrodestra, dalla Lega a Forza Italia ai Popolari per l’Italia, e al termine di un corteo che ieri ha visto sfilare per le vie del centro di Roma tanti militanti (25mila per gli organizzatori), dal palco di piazza San Silvestro elenca i punti principali del programma di Italia sovrana: stop all’immigrazione clandestina, uscita dalla zona euro, sicurezza, famiglia. Temi cari anche a Matteo Salvini e a Giovanni Toti, che infatti non disertano la manifestazione. “‘Italia sovrana’ e’ la fine della rassegnazione, la presa di coscienza di una rivoluzione”, dice la presidente di Fratelli d’Italia chiedendo agli italiani “il 40% dei voti per avere la maggioranza in Parlamento e rimettere al governo della nazione gente che faccia gli interessi dell’Italia e degli italiani”.
L’EURO Poi si rivolge ai possibili alleati e afferma: “Vogliamo mettere insieme chi condivide le nostre idee, possiamo vincere. Facciamo le primarie, troviamo un portabandiera e andiamo a riprenderci questa nazione. Mandiamo a casa Renzi e Gentiloni”. “Vogliamo votare per chiedere agli italiani di darci una maggioranza su una proposta politica che dica ‘prima gli italiani’, ‘prima la sovranita” e che non vogliamo essere una colonia”, spiega, e riprendendo un refrain coniato per la campagna elettorale per il Campidoglio, ribadisce: “Noi siamo con i mercati rionali e non con i mercati finanziari della sinistra radical chic che pensa che il popolo non capisca niente”. Tanti sono gli ostacoli da superare. Prima di tutto l’euro: “Una catastrofe per l’Italia. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo e di dire che ce ne dobbiamo liberare. Vogliamo lo scioglimento concordato e controllato della zona Euro. Vogliamo tornare ad essere padroni a casa nostra” perche’ “la nostra Costituzione deve venire prima delle leggi europee”.
PADRE PIO Matteo Salvini non chiude la porta alla proposta di unita’ ma detta delle condizioni: “Chi ha tradito non va piu’ messo in lista neanche se arriva Padre Pio: Alfano, Cicchitto, Verdini e Casini devono andare a casa”. La coalizione, sottolinea, potra’ essere anche ampia ma dovra’ avere un programma preciso che dica: ‘Prima gli italiani’. A Berlusconi, che difende per la vicenda delle olgettine (“i pm arrestino i mafiosi invece di guardare nel buco delle serrature”), il leader del Carroccio manda un messaggio chiaro: chi si allea con la Merkel non puo’ allearsi con noi. “Un Paese che non controlla la sua moneta – sono le sue parole – e’ schiavo, dobbiamo tornare ad avere una nostra moneta. E chi difende l’euro a Bruxelles non si allea ne’ con me ne’ con Giorgia Meloni”. Della necessita’ di un centrodestra unito parla anche Toti, che chiarisce di essere a Roma non a titolo personale ma in rappresentanza di tutta Forza Italia. “Non siamo uguali, non la pensiamo allo stesso modo” ma “ci rispecchiamo negli stessi valori”, quindi il centrodestra “deve candidarsi a guidare questo Paese” per non lasciare il governo al Pd. Per farlo, spiega, occorre “costruire qualcosa che sappia tenere conto delle sensibilita’ di tutti, sedersi a un tavolo”. Certo, conclude il consigliere politico di Silvio Berlusconi, “prima si vota e’ meglio e'”, ma e’ altrettanto importante presentarsi alle urne con un programma chiaro. “La strada sara’ lunga ma e’ in discesa”, conclude con un ottimismo chissa’ se e quanto condiviso.