Un giorno lontano da Palazzo Chigi, dopo il ‘tour de force’ di ieri, per lavorare sui dossier e, soprattutto, sul discorso che terrà domani alla Camera per la fiducia. Giorgia Meloni oggi non è arrivata nel suo ufficio di piazza Colonna, dove ieri era rimasta fino all’ora di cena, uscendo per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron in un hotel al Gianicolo. Una scelta, la sua, dettata forse dalla necessità di concentrarsi su un intervento che viene definito (ovviamente) “molto importante”. Con il suo discorso, secondo quanto spiegano fonti di Palazzo Chigi, la premier vorrà “tracciare un manifesto programmatico che ambisce ad essere la base di lavoro di un`intera legislatura”, confermando la natura “fortemente politica” del suo governo.
L’obiettivo, sottolineano le stesse fonti, è “dare seguito concreto e attuazione” agli impegni assunti in campagna elettorale. Le ‘anticipazioni’ ufficiose si fermano qua, ma scendendo più nel dettaglio, sottolinea chi lavora a stretto contatto con Meloni, grande attenzione, naturalmente, sarà data alla situazione economica, con l’Italia, ma l’intera Europa, a un passo dalla recessione, con l’inflazione che corre e la crisi energetica. Per questo uno dei temi su cui insisterà la premier sarà la necessità di reagire rapidamente, garantendo gli strumenti per superare la fase di difficoltà, a partire dagli interventi contro il caro-bollette. Naturalmente senza mettere a rischio la stabilità del bilancio (questo lo ha detto più volte anche in campagna elettorale) e senza avere la pretesa di “fare tutto e subito”, come sottolineato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. In politica estera ribadirà il pieno sostegno all’Ucraina, cosa particolarmente importante soprattutto dopo le polemiche per gli audio di Silvio Berlusconi sui rapporti con Putin e su Zelensky, che hanno destato qualche preoccupazione nelle cancellerie europee.
Meloni garantirà inoltre, ancora una volta, la collocazione dell’Italia nella Nato e nell’Unione europea, pur senza rinunciare ad affermare una posizione autonoma e di difesa dell’interesse nazionale. L’incontro con Macron di ieri sera è servito, è stato riferito, proprio per affermare la volontà di una “collaborazione sulle grandi sfide comuni a livello europeo e nel rispetto dei reciproci interessi nazionali” mentre da Palazzo Chigi non è stata per niente gradita l’interpretazione, data da alcuni, di una “vigilanza straniera sulla democrazia italiana”. Sempre sul piano della politica estera, la necessità di dare risposte globali a sfide globali sarà uno dei temi toccati, e questo vale tanto per la sicurezza energetica quanto per le grandi questioni geopolitiche aperte. Ci sarà anche un passaggio sulle donne, da parte della prima donna presidente del Consiglio, per ribadire l’importanza che l’esecutivo intende dare al tema della parità di genere. A tutti i parlamentari Meloni chiederà, come ha fatto ieri in Consiglio dei ministri, responsabilità e lealtà.
Un messaggio rivolto alla sua maggioranza, ma anche alle opposizioni a cui, secondo quanto viene riferito, non chiuderà la porta, auspicando un confronto franco ma costruttivo (come ha fatto Fdi con il governo Draghi, rivendicherà) sui provvedimenti, almeno quelli su cui è possibile trovare una convergenza, e anche sulle riforme istituzionali. A proposito di maggioranza, crea qualche malumore nel partito della premier l’attivismo di Matteo Salvini che oggi ha incontrato l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale della Guardia Costiera, per parlare anche di migranti, riunendosi poi con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per dettare l’agenda economica leghista: “Superamento della legge Fornero, estensione della flat tax, interventi strutturali sulle cartelle esattoriali, ipotesi di revisione del reddito di cittadinanza”. Una accelerazione che non prelude a una convivenza facile, notano importanti esponenti di Fdi.