Politica

Meloni in Lettonia, visita base militare poi vertice Nato

Dopo gli ultimi giorni ad alta tensione per il governo – con lo scontro tra esecutivo e magistratura sui casi Santanchè e Delmastro – Giorgia Meloni parte oggi per una tre giorni internazionale con al centro il vertice Nato in programma martedì e mercoledì a Vilnius, in Lituania. Prima, però, la premier sarà a Riga, capitale della Lettonia. Oggi intorno alle 17.30 (le 16.30 in Italia), Meloni incontrerà al Palazzo del Governo il primo ministro Arturs Krisjanis Karins, tra i fondatori di Nuova Era, partito che aderisce al Ppe. Si tratta della prima visita di un capo di governo italiano in Lettonia dal 1998. La guerra in Ucraina sarà uno dei temi al centro del bilaterale tra Karins e Meloni, che avranno l`occasione per fare il punto sui principali temi in agenda al Vertice Nato: la roadmap per l`adesione dell`Ucraina, la postura dell`Alleanza sul fianco orientale e le spese per la difesa.

 

Bilaterale Italia-Lettonia

 

Italia e Lettonia, sottolineano fonti italiane, condividono l`impegno a sostenere l`Ucraina a tutti i livelli: politico, militare, umanitario e dell`accoglienza ai rifugiati, e rimarcano l’importanza del ruolo della Nato e dell’Ue nella gestione della crisi. Italia e Lettonia sono unite anche nel sostegno all`integrazione europea dell`Ucraina in linea con gli impegni assunti con le istituzioni Ue. Al centro del confronto anche i rapporti bilaterali: la collaborazione economica tra Italia e Lettonia è in forte espansione, con un interscambio che nel 2022 ha raggiunto 1,1 miliardi di euro (+30,4% rispetto al 2020). In seguito la premier farà visita alla base militare di Camp Adazi, a circa 40 chilomentri dalla capitale, dove sono di stanza 4mila uomini inseriti nell’enhanced Forward Presence. Il contingente italiano, composto da 250 uomini e 139 mezzi terrestri, è il terzo per numero dopo Canada e Spagna, in una base che è diventata strategica dopo l’inizio della guerra per presidiare il fianco est della Nato.

 

Il summit dell’Alleanza atlantica

 

La visita, sottolineano fonti italiane, consente di valorizzare la presenza del contingente italiano e la partecipazione dell`Italia alle attività di air policing della Nato nella regione baltica. Già nella serata di oggi Meloni ripartirà per Vilnius, per il summit dell’Alleanza atlantica, a cui partecipa anche il presidente Usa Joe Biden. Il mandato del segretario generale Jens Stoltenberg è già stato prorogato fino all’ottobre del prossimo anno: per la sua successione era stata fatta anche l’ipotesi della nomina di Mario Draghi, che però avrebbe declinato l’offerta. Alla fine la scelta è stata quella di un sostanziale “rinvio”, anche in considerazione del rinnovo dei vertici di Bruxelles, con le europee del giugno 2024. Al centro del vertice, naturalmente, ci sarà la questione ucraina: a Vilnius si terrà il primo Consiglio Ucraina-Nato, una riunione che sarà presieduta dal presidente Volodymyr Zelensky. Un passaggio simbolicamente significativo, anche se non è atteso che dal summit arrivi un invito o l’indicazione di una data per l’ingresso di Kiev nell’Alleanza.

 

La fornitura di armi

 

Sarà confermato il pieno sostegno all’Ucraina, con nuove forniture di armi per una controffensiva che procede meno speditamente di quanto auspicato. Del resto, fanno notare fonti diplomatiche, “il problema è che difendersi è più facile che attaccare e in questo caso sono i russi che difendono le proprie posizioni”. L’obiettivo è comunque quello di mantenere alta la pressione al fronte, per costringere Mosca ad aprire una trattativa, anche tenendo conto delle difficoltà interne di Vladimir Putin dopo la ‘rivoluzione’ rientrata della Wagner. Proprio sulla fornitura di armi, però, nei giorni scorsi si è creata una ‘frattura’ negli alleati, dopo che gli Usa hanno annunciato di essere intenzionati a fornire bombe a grappolo, proibite da una convenzione Onu che però né Usa né Mosca hanno firmato. Una decisione contro la quale si sono espressi Francia, Germania e anche Italia, con Meloni che ha auspicato “l`applicazione universale” dei principi della Convenzione, pur ribadendo “il supporto totale e costante alla resistenza dell`Ucraina”.

 

I rapporti con la Cina

 

Collegato alla questione ucraina c’è il tema dell’ingresso nella Nato della Svezia. Dopo l’incontro di giovedì di Stoltenberg con i rappresentanti di Turchia, Finlandia e della stessa Svezia sembra che la situazione si possa sbloccare con il via libera dell’Ungheria e soprattutto di Ankara. Altro tema centrale è quello delle spese per la difesa. L’Italia ha confermato la volontà di arrivare al 2% del Pil entro il 2029 (adesso è intorno all’1,4%). L’Italia, in sede di negoziato sul Patto di stabilità, sta anche portando avanti – insieme ad altri Stati membri – una partita per ottenere lo scorporo degli investimenti in difesa dal calcolo deficit-Pil. E’ invece escluso che la Nato decida di portare la ‘quota’ al 3%, come vorrebbero alcuni Paesi. Al di là delle cifre spese, però, l’obiettivo – caldeggiato anche dall’Italia – è una razionalizzazione, per creare un sistema maggiormente efficiente. Nel corso dei colloqui si parlerà poi dei rapporti con la Cina, in una sessione a cui parteciperanno anche Australia, Giappone e Ue con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Charles Michel. Al centro la sovranità geostrategica per le materie prime e le catene del valore, un tema più volte sollevato e caldeggiato da Meloni.

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