Dopo giorni di rivelazioni, polemiche, interviste e contro-interviste, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha gettato la spugna, rassegnando le sue dimissioni “irrevocabili” in una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al suo posto è stato nominato Alessandro Giuli, giornalista e attuale direttore della Fondazione Maxxi, che ha giurato già questa sera nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Fino a ieri sera la premier aveva tenuto il punto, decisa a difendere il suo ministro. Le nuove rivelazioni rilasciate a ‘La Stampa’ da Maria Rosaria Boccia (che questa sera sarà intervistata a ‘In Onda’ su La7) e le polemiche che continuavano a crescere hanno convinto Meloni del fatto che la situazione non fosse più sostenibile, a maggior ragione in vista dell’imminente G7 Cultura. Che si stesse andando verso il passo indietro del ministro si era capito fin dal primo mattino: poco dopo le 8 fonti di Palazzo Chigi annunciavano che la premier annullava la presenza al G7 Parlamenti di Verona – dove era attesa per le 10 – limitandosi a un intervento in collegamento.
E nel primo pomeriggio lo schema dei piani del volo di Stato mostrava anche che Meloni sarà domani mattina a Cernobbio, non anticipando (come era possibile) la partenza a oggi per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel frattempo si rincorrevano le voci su un ‘pressing’ di Palazzo Chigi su Sangiuliano. Alla fine il ministro, che i giornalisti attendevano nella sede della Presidenza del Consiglio nel pomeriggio, ha inviato alla premier una lettera con cui comunicava le sue dimissioni “irrevocabili”.
Nella lettera, Sangiuliano ringrazia la presidente del Consiglio per “l’affetto” e “per avermi difeso con decisione” in “giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico-mediatico” ma spiega di aver deciso di dimettersi perché il suo lavoro “non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli”. In questo momento, spiega, ha bisogno di “tranquillità” e di “stare accanto a mia moglie che amo”. E anche di avere le “mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno” e per questo – annuncia – è “imminente” un “esposto”, così come azioni “contro chi ha pubblicato fake news” e per “verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi”.
Da parte sua Meloni chiude subito la partita: poco prima delle 17 – quando le dimissioni di Sangiuliano non sono ancora state rese pubbliche – sale al Quirinale per proporre a Mattarella il nome di Giuli. In una nota ringrazia Sangiuliano, “una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto”. Il nuovo ministro, sottolinea, “proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”.
La premier spera così di chiudere il ‘caso’ che negli ultimi giorni ha tenuto in altissima tensione Palazzo Chigi, anche con riflessi negativi a livello internazionale, per tornare a occuparsi dei dossier sul tavolo. Domani mattina sarà a Cernobbio, poi volerà a Parigi per incontrare gli atleti italiani impegnati nelle Paralimpiadi. L’opposizione però non molla la presa, auspicando che sulla vicenda venga fatta “chiarezza”.