Meloni punta su una risoluzione “light” per il Consiglio Ue: via libera in vista

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Una risoluzione di maggioranza ridotta all’osso, cucita su misura sull’ordine del giorno del Consiglio europeo, senza fronzoli né sconfinamenti su terreni minati come la coalizione dei “volenterosi”. È la mossa con cui Giorgia Meloni prova a blindare il centrodestra in vista del doppio passaggio parlamentare: domani al Senato, mercoledì alla Camera, prima del vertice Ue di giovedì e venerdì a Bruxelles. Fonti vicine al governo confermano: si va verso un testo “minimal”, che aggiri i temi divisivi e tenga la barra dritta sugli impegni già fissati.

A far scricchiolare la coalizione, negli ultimi giorni, ci ha pensato la Lega di Matteo Salvini. Il Carroccio si è schierato senza mezze misure con la linea Trump sull’Ucraina, sparando a zero sul piano “ReArm Europe” e riservando stoccate al vetriolo a Ursula von der Leyen. Una presa di posizione che ha costretto Meloni a correre ai ripari: prima un faccia a faccia con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in un Cdm infuocato, poi un chiarimento con lo stesso Salvini. Il rischio? Che il voto sulla risoluzione diventasse un banco di prova per la tenuta della maggioranza. Da qui il lavorio diplomatico per trovare una quadra.

Scartata l’idea di un testo telegrafico (“sentita la premier, si approva”), si punta su un compromesso: un documento che ricalchi l’agenda Ue – competitività, bilancio pluriennale, Ucraina e un seguito al piano von der Leyen – senza avventurarsi oltre. Meloni insiste sul mantra di non spaccare l’Occidente e tenere il filo con Washington, ma il nome di Trump resta fuori dal copione. “Domani la risoluzione unitaria ci sarà, punto”, taglia corto in tv Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato.

“Parlerà dell’ordine del giorno Ue, non del piano inglese”. Stessa linea da Maurizio Lupi di Noi Moderati: “Il centrodestra troverà la sintesi, come sempre in questi due anni e mezzo”. E dalla Lega filtra ottimismo: niente sgambetti né flirt con la risoluzione pacifista del M5S, come paventato da qualche retroscena. “Votiamo solo quello che piace al governo”, giura un senatore salviniano. Intanto, tra smentite di rito, Palazzo Chigi non molla la pista Usa. L’ambasciatrice Mariangela Zappia è al lavoro per fissare un incontro Meloni-Trump, ma il calendario, per ora, resta un’incognita.