Meloni respinge la bocciatura del Csm e procede con la riforma della Giustizia
In un pomeriggio carico di tensioni giuridiche e politiche, il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ha espresso un parere fortemente critico sulla riforma della giustizia proposta dal governo Meloni. Tuttavia, il Guardasigilli Carlo Nordio ha ribadito con fermezza la determinazione del governo: “Noi andremo diritti per la nostra strada, senza esitazioni”.
Separazione delle carriere:
La riforma mira a una netta distinzione tra la carriera dei magistrati inquirenti (pubblici ministeri) e quelli giudicanti (giudici), un cambiamento che secondo il governo è fondamentale per garantire una maggiore imparzialità e trasparenza nel processo giudiziario. Nordio ha dichiarato: “La separazione delle carriere è una priorità e noi abbiamo il mandato degli elettori per portarla avanti”.
La bocciatura del Csm:
Nel plenum di ieri, con 24 voti favorevoli, il Csm ha approvato un parere che critica duramente il disegno di legge costituzionale. Solo 4 voti hanno sostenuto la proposta di riforma, con un’astensione. Tra i critici, tutti i consiglieri togati tranne uno, Andrea Mirenda, che si è astenuto, e i laici di varie fazioni politiche. Il parere sarà ora inviato al ministro Nordio, che non si lascia scoraggiare: “Ascoltiamo con rispetto il Csm, ma dobbiamo anche considerare la volontà degli italiani che ci hanno eletto per attuare queste riforme”.
Contenuti del parere:
Il documento del Csm sottolinea che non vi è una necessità costituzionale evidente per la separazione delle carriere, suggerendo che tale riforma potrebbe implicare una mancanza di terzietà e imparzialità nella magistratura giudicante, un’accusa che non trova fondamento nei dati concreti. Inoltre, il Csm evidenzia che in oltre il 40% dei casi, le decisioni giudiziarie non confermano le accuse formulate dal pubblico ministero, dimostrando già un certo grado di indipendenza.
Il parere critica anche la possibilità che il passaggio tra funzioni diverse all’interno della magistratura possa influire negativamente sul principio di parità delle armi nel processo, sottolineando che tali passaggi sono attualmente molto limitati (meno dell’1% dell’organico in servizio).
Doppio Csm e Alta Corte:
Il Csm esprime preoccupazione anche riguardo alla creazione di due organi di autogoverno separati, temendo che ciò possa compromettere l’efficienza e l’integrità dell’amministrazione della giustizia. L’istituzione di un’Alta Corte disciplinare, che sottrarrebbe la giurisdizione disciplinare al Csm, viene vista come una diminuzione significativa dell’autonomia e dell’indipendenza dell’organo stesso.
La risposta del Governo:
Nordio ha commentato l’emendamento di Forza Italia sul sorteggio dei membri laici dei nuovi Csm, dicendo: “L’emendamento era comprensibile ma in una riforma così complessa, dobbiamo cercare un equilibrio. Il sorteggio è già parte del nostro sistema giurisdizionale e non rappresenta una minaccia per i poteri del Parlamento”. Il Guardasigilli ha inoltre sottolineato l’urgenza di procedere con la doppia lettura parlamentare senza ulteriori ritardi.
Il governo Meloni, quindi, si trova a dover navigare in un mare di critiche giuridiche, ma mantiene il suo corso verso la riforma, sostenuto dalla convinzione che il cambiamento sia necessario per modernizzare e rendere più equo il sistema giudiziario italiano. La battaglia tra governo e magistratura è solo all’inizio, con la riforma che promette di ridisegnare il panorama giuridico del paese.