“Il decreto legge approvato in Consiglio dei ministri ribadisce la nostra determinazione nello sconfiggere i trafficanti di esseri umani, combattere l’immigrazione illegale e fermare le morti in mare”. Il giorno dopo la seduta del Consiglio dei ministri a Cutro e la “turbolenta” conferenza stampa che ne è seguita, Giorgia Meloni è tornata con un breve post sul decreto che ha avuto il via libera ieri. La premier ha passato la giornata al lavoro a Palazzo Chigi, dove ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, limitando al minimo la comunicazione sul tema migranti.
Questa mattina la lettura dei giornali aveva restituito l’immagine di una giornata, quella di ieri, complessa per la premier che, secondo alcuni commenti, avrebbe ceduto troppo alle richieste di Matteo Salvini, in particolare sulla limitazione della protezione speciale e sullo stralcio della norma che avrebbe dato maggiori poteri alla Marina militare nella sorveglianza in mare. Del resto il leader leghista ieri appariva visibilmente soddisfatto. “Ora in conversione del decreto bisogna completare il ripristino dei decreti Salvini”, rilancia il sottosegretario all’Interno leghista Nicola Molteni. Un protagonismo, quello leghista, che potrebbe creare qualche dissapore nella maggioranza.
Anche perché – è una riflessione raccolta nel centrodestra – non è il momento di gettare benzina sul fuoco, quando negli occhi degli italiani sono ancora impresse le immagini del naufragio e il mare continua a restituire i cadaveri: oggi sono stati ritrovati i resti di un bambino, la vittima numero 73. Per questo la premier ha affidato al post su Facebook (il social generalmente meno ‘giovane’) il compito di ricordare le “principali norme” contenute nel provvedimento: pene fino a 30 anni per gli scafisti; procedure semplificate per le espulsioni; gestione ordinata dei flussi regolari. Per il resto, la linea sembra quella di cercare di frenare la comunicazione sul tema, quantomeno di non alimentarla. Adesso dunque, a parte l’annunciato invito ai familiari delle vittime a incontrarla a Palazzo Chigi – che ancora non sarebbe partito – il prossimo passaggio sul tema è il Consiglio europeo del 23 e 24 marzo a Bruxelles.
Anche ieri la premier ha ribadito che il problema deve essere affrontato a livello europeo e che se è vero che nella precedente riunione sono stati fatti “passi avanti”, dal prossimo summit devono uscire “atti concreti”. Anche perché la pressione sull’Italia resta alta. Oggi sono molti gli interventi in mare, per mettere in salvo oltre mille migranti. La Guardia costiera sta operando con varie navi ed è stato necessario mettere in campo anche la Marina militare. Il presidente della Calabria Roberto Occhiuto si dice “preoccupato” e propone una “Mare Nostrum” europea, con navi battenti bandiera europea che potrebbero occuparsi dei salvataggi dei migranti e “di ricollocarli già quando sono sulle navi nei diversi Paesi”.
Intanto oggi a Bologna sono state sepolte le prime sette vittime del naufragio e domani, a Steccato di Cutro, si terrà la manifestazione “Fermare la strage, subito!”, a cui parteciperanno varie associazioni e delegazioni di partiti come Pd, Avs e M5s. “Domani sarò a Cutro per manifestare con tante e tanti altri per l’umanità, per i diritti, per la dignità”, dice Nicola Fratoianni mentre i Dem con Graziano Delrio attaccano: “Quello del governo Meloni a Cutro è stato un viaggio indifferente alla sofferenza”.