Meloni rilancia i centri migranti in Albania. E su Salvini: nessun ritorno al Viminale

La recente sentenza della Cassazione potrebbe rappresentare un punto di svolta. Domani una riunione a Palazzo Chigi con i ministri coinvolti nel dossier migratorio

Il centro migranti in Albania

Il centro migranti in Albania

Dopo la sentenza della Corte di Cassazione sul caso Open Arms, il governo guidato da Giorgia Meloni si prepara a definire una strategia per dare avvio al progetto dei centri per migranti in Albania. A tal fine, è prevista per domani una riunione a Palazzo Chigi con i ministri coinvolti nel dossier migratorio. La presidente del Consiglio ha discusso di queste questioni durante il summit di Saariselka, in Lapponia finlandese, dove si trovava per affrontare temi di sicurezza e migrazione con i leader di Finlandia, Svezia, Grecia e l’Alta rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas.

Meloni e Salvini: due percorsi distinti

Nel corso di una conferenza stampa congiunta, Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per l’assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms, definendo l’accusa un tentativo di usare la giustizia per influenzare le decisioni politiche. Tuttavia, la premier ha chiarito che non vi sono prospettive per un ritorno di Salvini al Viminale, nonostante le ambizioni dichiarate dal leader leghista. “Oggi sia io che Salvini siamo contenti del lavoro che svolge l’ottimo ministro dell’Interno,” ha commentato Meloni, ribadendo piena fiducia nell’operato di Matteo Piantedosi.

La questione migratoria: progressi e ostacoli

Tra le priorità del governo resta la gestione dei flussi migratori, un tema su cui Meloni punta a ottenere risultati concreti. La presidente del Consiglio ritiene che le nuove regole del Patto europeo su migrazione e asilo possano rappresentare un passo avanti, ma insiste sulla necessità di migliorare i rimpatri e di stabilire criteri più chiari per definire i “Paesi sicuri”. Nonostante i ritardi nell’introduzione di nuove normative europee, Meloni ha rilanciato l’idea di soluzioni innovative come i centri per migranti in Paesi terzi, prendendo a modello gli accordi con l’Albania.

Centri in Albania: un progetto ancora da avviare

Gli accordi con il governo albanese per la realizzazione di centri a Schengjin e Gjader sono stati accolti come una novità nel panorama europeo, ma l’iniziativa è ancora ferma. Le strutture restano vuote e il progetto fatica a partire. La recente sentenza della Cassazione potrebbe rappresentare un punto di svolta, poiché riconosce il diritto del governo italiano di definire la lista dei Paesi sicuri, pur lasciando ai giudici la possibilità di intervenire caso per caso.

Meloni si mostra ottimista e sottolinea l’importanza di pensare “fuori dagli schemi” per affrontare le sfide migratorie. “L’Italia è stata la prima a fare un accordo con un Paese extra Ue. Stiamo avendo qualche problema nell’interpretazione delle regole, ma lo stiamo superando,” ha dichiarato.

La riunione a Palazzo Chigi

Per domani è stata convocata una riunione cruciale a Palazzo Chigi, alla quale prenderanno parte i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, degli Esteri Antonio Tajani, della Difesa Guido Crosetto, dei Rapporti con l’Ue Tommaso Foti, il sottosegretario Alfredo Mantovano e il consigliere diplomatico Fabrizio Saggio. Obiettivo dell’incontro sarà superare gli ostacoli burocratici e mettere a punto un piano operativo per rendere effettivi gli accordi con l’Albania.

La gestione dei flussi migratori resta una delle sfide più complesse per il governo Meloni. Mentre il Patto europeo e i centri in Albania rappresentano passi nella direzione di una soluzione strutturale, è evidente che il percorso è ancora lungo e richiede un’azione coordinata a livello nazionale e internazionale. La riunione di domani potrebbe essere decisiva per sbloccare il progetto e segnare un passo avanti nella gestione delle migrazioni verso l’Italia.