Rivendicazione orgogliosa da una parte, mani avanti dall’altra. Giorgia Meloni presenta la sua prima manovra economica, 35 miliardi di cui ben 21 totalmente assorbiti dal contrasto al caro bollette. E infatti l’enfasi è tutta per le altre misure: dal taglio del cuneo fiscale all’aumento delle pensioni minime, dalla flat tax fino a 85mila euro per le partite Iva al congedo parentale retribuito all’80%. Definisce questa legge di bilancio “coraggiosa”, “non ragionieristica” ma “politica”, non fatta “ai fini del consenso” ma guardando a ciò che è “giusto”. Insomma, una scommessa “sul futuro”. Non a caso, però, decide di aggrapparsi alla parola “visione”: essendoci molto poco a disposizione per poter mantenere le tante promesse fatte in campagna elettorale, la strada è quella di dare qualche segnale, spostando le vere scelte strategiche ai prossimi anni. “Noi abbiamo preso degli impegni di legislatura ma – sottolinea – io considero importante che in un mese si sia aperto un varco sulle misure che intendiamo attuare”. Insomma, per ora poco più che qualche bandierina per rivendicare coerenza tra il dire e il fare.
Come dimostra la decisione di rinviare al 2024 una vera riforma del Reddito di cittadinanza, che più volte nei mesi scorsi ha dichiarato di voler abolire. Per quest’anno ci sarà una misura ponte che, però, varrà solo 8 mesi per chi viene giudicato occupabile. La premier assicura che il posticipo dell’intervento non è legato a timori di bombe sociali, non mostra preoccupazione per le manifestazioni annunciate da M5s e Pd che in quanto opposizione, dice, “fanno il loro lavoro”. “Vedo forze politiche che chiamano alla piazza, ma chi lo ha immaginato ha pensato a uno strumento con cui lo Stato deve occuparsi delle persone da 18 a 60 anni?”, chiede. Al di là dell’elenco di misure e numeri, il messaggio che ci tiene a trasmettere è quello di aver messo il poco che si poteva trovare nelle pieghe di bilancio per cercare di sostenere famiglie e redditi bassi. “Se noi non avessimo avuto il problema delle bollette avremmo fatto un intervento più significativo” ma comunque “le scelte fondamentali fatte in questa manovra sono state il state sul cuneo fiscale e per la famiglia”.
Per il taglio del cuneo fiscale, rivendica, ci sono 4 miliardi “la misura più costosa” se si esclude il capitolo energetico. E poi ci sono “tre tasse piatte”, “una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora”. Quella di oggi è anche la giornata della sbandierata armonia in maggioranza, del lavoro fatto “senza egoismi” e senza stare dietro alle “piccole questioni”. In realtà, c’è ancora da giocare tutta la partita delle modifiche e già ieri sera, un minuto dopo il varo da parte del Cdm, Forza Italia aveva fatto sapere di essere pronta a “lavorare per migliorarla”. “Chiaramente – dice la premier – crediamo che la misura possa essere migliorata nell’iter parlamentare, con il contributo della maggioranza ma anche dell’opposizione e speriamo che l’atteggiamento sia responsabile come era stato il nostro”.