Meloni serra i ranghi della maggioranza: avanti su manovra e riforme

Riunione a Palazzo Chigi: “Compatti nonostante sabotaggi”. Sullo sfondo un Pil che dovrebbe centrare l’obiettivo del Def di aprile

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Giorgia Meloni chiama a raccolta la sua maggioranza in vista di un “anno complesso”, a partire dalla manovra. La presidente del Consiglio ha riunito stasera a Palazzo Chigi i capigruppo della coalizione, presenti anche i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Assente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti perché – è la spiegazione data – non si parlava solo di manovra, ma in generale di tutti i prossimi provvedimenti. Il confronto, con qualche tartina sul tavolo, è durato circa due ore.

 

Nodo coperture

 

Sulla legge di bilancio, si apprende da fonti parlamentari, non si è entrati nel merito, affrontando le questioni di metodo. Quello che il Paese ha di fronte – hanno sottolineato al termine fonti dell’esecutivo – è un “anno complesso” che però la maggioranza è pronta ad affrontare “con determinazione e serietà”. Prima di parlare dei provvedimenti della manovra si attendono i dati definitivi che arriveranno a fine mese con la presentazione (entro il 27) della Nadef. Da chiarire l’ammontare delle coperture della legge di bilancio sul quale ancora ci sono alcuni margini di incertezza: dalla classificazione Eurostat delle spese per il superbonus, alla configurazione definitiva della tassa sugli extraprofitti contenuta nel decreto asset all’esame del Senato, alla consistenza della spending review imposta ai ministeri. Sullo sfondo un Pil che dovrebbe centrare l’obiettivo del Def di aprile, almeno per il +1% atteso nel 2023, e le due rate del Pnrr da 16,5 e 18,5 miliardi che oggi, nel corso del question time alla Camera, il governo ha confermato che saranno incassate tra inizio ottobre e fine anno.

 

Maggioranza compatta

 

Al momento quel che viene fatto trapelare è l’accordo a concentrare le risorse su “salari, sanità, famiglie e pensioni, a partire da quelle dei giovani”. Meloni – come già nei giorni scorsi – ha ribadito l’invito a ragionare in termini di legislatura. Dunque senza puntare a provvedimenti ‘spot’ o a piantare ‘bandierine’. Nessuna ‘frenata’ sulle altre riforme allo studio dell’esecutivo: la delega fiscale, l`autonomia differenziata, la riforma della Giustizia e la riforma Costituzionale. Quest’ultima, in particolare, si assicura “nelle prossime settimane arriverà a definizione”. Al termine, il messaggio che viene dato è di una maggioranza compatta, dopo qualche tensione estiva e con la partita delle europee che sta per iniziare.

 

Premier in India

 

Una competizione che potrebbe creare qualche fibrillazione, dato che il sistema proporzionale spinge ogni partito a fare una corsa a sé. Stasera però, assicurano le fonti, “è stata ribadita la compattezza della coalizione, che ha affrontato brillantemente l`ultimo anno nonostante i tentativi di divisione e sabotaggio”. Domani, prima di partire per l’India dove parteciperà al G20, Meloni presiederà il Consiglio dei ministri, convocato alle 12.30. Sul tavolo un decreto in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese e un decreto con misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. Su quest’ultimo, nato dopo le violenze di Caivano, i tecnici sono ancora al lavoro per limare il provvedimento.

 

Maggioranza

 

Secondo le bozze (provvisorie) circolate, tra le altre cose si prevede una pena di quattro anni per porto abusivo di armi; l’aumento della pena a cinque anni per il traffico e la detenzione di droga di “lieve entità”; Daspo urbano e avviso orale del questore anche per i minorenni che abbiano compiuto 14 anni; possibile reclusione fino a due anni per i genitori che non adempiono all’obbligo scolastico per i figli. Nelle bozze c’è anche il divieto di utilizzare “piattaforme o servizi informatici e telematici specificamente indicati nonché il divieto di possedere telefoni cellulari” per chi è stato condannato, anche se minorenne, ma fonti di governo spiegano che questa parte potrebbe essere eliminata. Nel decreto dovrebbe arrivare anche la previsione di una stretta sui siti porno, con modalità di certificazione dell’età per accedere.