Politica

Meloni vede Starmer: siamo in sintonia su immigrazione illegale, aperti a nuove strade

Dopo il conservatore Rishi Sunak anche il premier britannico laburista Keir Starmer – cosa nient’affatto scontata – dà prova di una forte intesa con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul tema del contrasto all’immigrazione illegale. Nel vertice bilaterale di oggi a Villa Pamphilj il tema, uno dei tanti affrontati dai due leader, ha assunto una prominenza assoluta, tanto che, è stato poi sancito nella dichiarazione congiunta rilasciata al termine del vertice, l’Italia collaborerà con la Gran Bretagna anche attraverso il nuovo Border Security Command del Regno Unito per smantellare le reti che traggono profitto dalle migrazioni illegali.

“Italia e Regno Unito – ha sottolineato in conferenza stampa la presidente del Consiglio – non hanno timore di esplorare soluzioni nuove”. Per combattere le organizzazioni criminali che trafficano con gli esseri umani “dobbiamo puntare al cuore di questi traffici: ‘follow the money’, segui i soldi, avrebbero detto due grandi giudici anti-mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un approccio che Italia e Uk hanno condiviso già al G7”.

 

 

“Vogliamo combattere i trafficanti di esseri umani con la messa a sistema del lavoro dei servizi di polizia e di intelligence, fino ad arrivare, un domani, a rendere il più possibili armoniche le nostre legislazioni in materia”, ha aggiunto Meloni delineando la sostanza della collaborazione col Regno Unito. Del resto, ha proseguito la presidente del Consiglio, “ci confrontiamo con organizzazioni molto potenti e molto ‘lunghe’: fai l’accordo con un trafficante in Bangladesh e arrivi con un barchino in Italia, e nessuna nazione da sola può essere efficace nello smantellare queste organizzazioni se non si lavora con i partner e anche con le nazioni di origine e transito. Noi stiamo ragionando su collaborazione tra servizi e intelligence e su come coinvolgere Interpol ed Europol che dovrebbero avere una sezione dedicata a questo”.

 

 

Poi c’è la cooperazione con i Paesi africani, “che interessa anche il Regno Unito. Anche qui per mettere a sistema il lavoro che le singole nazioni fanno, e per aiutare le nazioni del Nord Africa che rischiano di essere lasciate sole di fronte ad arrivi anche da altri Paesi”. Infatti, secondo Meloni, “bisogna affrontare anche le cause profonde delle migrazioni, con un’attenzione nuova al continente africano, offrire un nuovo modello diverso di cooperazione con le nazioni di origine e transito dei flussi migratori. E poi vanno implementati anche i rimpatri assistiti”.

 

 

Ma il piatto forte della discussione sul tema, come ha rivelato la stessa presidente del Consiglio, è stato il protocollo siglato dall’Italia con l’Albania, “al quale il governo della Gran Bretagna guarda con attenzione”. “Il modello che l’Italia ha immaginato di centri per processare le richieste di asilo dei migranti che sbarcano, sotto giurisdizione italiana ed europea, in un altro Paese, è un modello – ha sottolineato la premier – che non era stato sperimentato da nessuna parte. Se funziona, tutti capiscono che può diventare una chiave di volta per affrontare in maniera diversa il tema dei flussi migratori, anche come elemento di deterrenza rispetto alla tentazione di affidarsi a organizzazioni criminali”.

 

 

“Non ci sarà alcuna violazione dei diritti umani dei migranti”, ha poi replicato la premier alla domanda di una giornalista inglese, “perché nei centri per l’identificazione dei migranti in Albania si applicherà la legge italiana, con personale di polizia e giudici italiani”. I migranti che saranno portati in Albania “avranno lo stesso trattamento che avrebbero a Lampedusa o in qualsiasi altro hotspot italiano, solo in una porzione di territorio che non si trova in Italia. Questo ci aiuterà a decongestionare una situazione difficile, e pensiamo che garantendo la piena tutela e realizzazione della giurisdizione italiana ed europea, con nostre forze di polizia, nostri giudici, nostri modelli, non si possa sostenere che quello che fa l’Italia violi i diritti umani dei migranti”.

Un modello a cui il Regno Unito guarda con estremo interesse, dopo la bocciatura da parte dello stesso Starmer – ma sembra solo per un problema di costi – del piano di trasferimento in Ruanda di richiedenti asilo in Uk messo a punto dal suo predecessore Sunak. “Avete conseguito risultati notevoli lavorando a monte”, ha detto il premier britannico lodando la premier Meloni per il lavoro fatto dall’Italia con i paesi di transito della migrazione, sottolineando come gli arrivi illegali si siano ridotti del 60%. “In un certo senso – ha spiegato il nuovo inquilino di Downing Street parlando di una possibile collaborazione con l’Italia sul ‘modello Albania’ – siamo tornati al pragmatismo britannico. Quando vediamo una sfida con gli alleati ne parliamo e discutiamo dei diversi approcci”.

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