Merkel gela l’Ue: “Il patto di stabilità va bene così com’è”
Ieri Cameron ha chiesto un voto in Consiglio europeo sull’accordo di crescita dell’Unione
La cancelliera della Germania Angela Merkel ha ribadito che il Patto di stabilità e di crescita, che stabilisce le regole sulla gestione dei conti pubblici nell’Unione europea, va bene così com’è: “Costituisce un quadro eccellente – ha detto intervenendo al Bundestag – fissa regole chiare e offre una moltitudine di possibilità di flessibilità”. E sull’elezione di Jean-Claude Juncker alle guida della commissione europea ha sdrammatizzato sottolineando che non serve l’unanimità. Chiarimenti, inviati alla vigilia di un Consiglio europeo in cui sono attese discussioni proprio sul nodo rigore-crescita, sulla stessa lunghezza d’onda delle dichiarazioni giunte ieri dal ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che aveva affermato che allentare le regole e consentire l’accumulo di nuovi debito agli stati “sarebbe il peggior errore possibile”.
Un paio di giorni prima, invece, alcune dichiarazioni attribuite al portavoce della Merkel, Steffen Seibert erano state interpretate come una apertura verso più flessibilità nel Patto da buona parte della stampa italiana. La nuova presa di posizione della cancelliera comunque sembra voler fissare dei paletti piuttosto rispetto alla linea più morbida, espressa nella stessa Germania, dal ministro dell’Economia, il social democratico Sigmar Gabriel. Di recente si è mostrato favorevole, in riferimento alla Francia, a concedere tempi più lunghi sul risanamento mentre si effettuano riforme strutturali. Merkel, poi, rivolgendosi ai deputati tedeschi, ha dichiarato: “Per la nomina di Juncker abbiamo bisogno di una maggioranza qualificata. Voglio sottolineare che è esattamente ciò che è previsto dai trattati, non sarà quindi un dramma se avremo soltanto la maggiorana qualificata”, ha detto il cancelliere, auspicando comunque “un ampio sostegno degli stati membri”.
Merkel ha poi assicurato che le consultazioni si svolgono in “spirito eruopeo” e che “i timori di tutti gli stati membri sono presi in seria considerazione”. Cameron – che non ha mai smesso di esprimere tutta la sua contrarietà al nome di Juncker agitando la minaccia di un referendum anticipato nel Regno Unito sull’uscita dall’Ue – ha detto ieri di esigere un voto da parte dei leader europei sulla nomina di Juncker al vertice di Bruxelles. Un disaccordo palese tra Londra e il resto degli stati membri potrebbe avere conseguenze pesanti sulle relazioni future con l’Ue. (TMNews)