Messina, consiglieri comunali assenteisti con gettone di presenza. Il tempo della firma e via

GETTONOPOLI Gli esponenti politici sono responsabili di truffa aggravata, falso ideologico e abuso d`ufficio. 12 misure cautelari con obbligo presentazione polizia giudiziaria, altri 10 indagati

sala messina

Percepivano il gettone di presenza per sedute di commissioni consiliari a cui non sono mai stati o alle quali intervenivano solo il tempo necessario per firmare e conquistare così il gettone. Coinvolti nella ‘Gettonopoli’ 12 consiglieri, mentre altri 10 risultano indagati. La polizia di Stato di Messina ha eseguito oggi l`ordinanza di misure cautelari personali dell`obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dal Gip Maria Militello, su richiesta del procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro e dal sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, nei confronti di 12 consiglieri del consiglio comunale di Messina, tutti attualmente in carica. Gli esponenti politici sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati continuati di truffa aggravata, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d`ufficio. Nell`ambito dello procedimento penale risultano tuttora indagati altri 10 consiglieri comunali. Il provvedimento scaturisce da indagine protrattasi fin dal mese di novembre del 2014, quando la Digos ha avviato un`attività d`indagine sulla “Gettonopoli”, ovvero “l`abitudine” di un gruppo di consiglieri comunali del Comune di Messina di percepire in maniera fraudolenta il cosiddetto gettone di presenza in occasione delle sedute delle commissioni consiliari permanenti. Le commissioni consiliari permanenti che operano all`interno del Consiglio Comunale di Messina sono dieci più la conferenza dei Capi Gruppo, ed ognuna si occupa di materie specifiche. Le commissioni in seduta ordinaria si riuniscono settimanalmente, secondo un sistema calendarizzato senza preventiva indicazione degli ordini del giorno da trattare. Ciascun consigliere comunale è componente di almeno 6 commissioni ed ognuno, in teoria, potrebbe raggiungere il massimo di 24 presenze mensili. In realtà ciascun consigliere tendeva a massimizzare i gettoni di presenza utilizzando vari sotterfugi per comprovare la propria partecipazione alle sedute delle commissioni consiliari permanenti.

Gli investigatori hanno accertato che, in alcuni casi, i consiglieri intervenivano nel corso della seduta per il tempo strettamente necessario a firmare, e quindi per ottenere ugualmente il gettone di presenza. Nel settembre del 2013, dopo l`elezione dell`attuale Consiglio Comunale avvenuto nel giugno del 2103, il gettone dei consiglieri comunali è diminuito da 100 a 56 euro, fermo restando l`indennità mensile massima di 1.529 euro. Nel dicembre del 2013 l`indennità mensile massima è aumentata a 2.184 euro, raggiungibile con un minimo di 39 presenze mensili. Dal dicembre 2013 quasi tutti i consiglieri comunali hanno raggiunto la soglia minima delle 39 presenze sia attraverso le commissioni, sia apponendo la sottoscrizione in sostituzione del capo gruppo, frutto di un preventivo accordo tra delegante e delegato per massimizzare la fruizione dei gettoni di presenza. L`attività della Digos ha consentito di accertare una discrasia tra la situazione risultante dai verbali e quella reale. Si è accertato che alcuni consiglieri comunali si allontanavano senza neanche attendere un breve lasso di tempo per consentire ai colleghi di arrivare ed al presidente di effettuare la verifica del numero legale. Le indagini hanno confermato che alcuni consiglieri comunali cercavano ad ogni costo di raggiungere il massimo dei gettoni di presenza e che la firma apposta nei verbali di adunanza rappresentava solo un modo per percepire l`indennità. “…gliel`ho spiegato non si pesa su questo, compare, io lo voglio il coso, devo raggiungere 40 presenze…non va pesato sul gettone di presenza il lavoro, non è il gettone di presenza, non è la commissione, perché nella commissione non fai un c…” ” …il gettone diventa un modo per avere l`indennità che ci vuoi fare…me la devi riconoscere… è fatto così ma io la devo avere l`indennità”. La condotta dei predetti consiglieri ha indotto in errore il Comune di Messina, facendo apparire come reale ed effettiva la loro partecipazione alla seduta. Infatti, il regolamento comunale, la legge regionale e il Testo Unico degli Enti Locali subordinano la corresponsione dei gettoni di presenza alla effettiva partecipazione del consigliere alle commissioni consiliari. Tuttavia, l`apposizione della firma seguita dall`immediato allontanamento del consigliere tradisce l`effettiva partecipazione e costituisce uno strumento subdolo con il quale il consigliere di turno, strumentalizzando la funzione ricoperta, prende la presenza all`evidente ed unico fine di percepire l`indennità.

Nel corso delle indagini è emerso inoltre che vari consiglieri comunali, in virtù di un mutuo accordo, firmavano in sostituzione di un consigliere dello stesso gruppo o del capo gruppo, senza essere muniti di delega scritta da parte del delegante. “…io spesso e volentieri mi sostituisco con la XXXX tanto la XXXX non c`è mai e sostituisco lei perché tanto quella c`è poco, c`è soltanto alle 8 e mezza… Oppure…il Capogruppo… quando riesco…”. Dalle indagini è emerso peraltro che talvolta è stata dichiara falsamente a verbale l`esistenza del numero legale, consentendo così di approvare illegittimamente i verbali della seduta precedente, ed ai consiglieri sopraggiunti di apporre la propria firma. “…io voglio questa c… d`indennità! A me di fare le commissioni non me ne f… niente, io voglio l`indennità…”. I poliziotti della DIGOS hanno messo in luce un sistema ben organizzato, dalle prime sedute delle commissioni, quasi sempre deserte per fare lucrare il gettone anche ai consiglieri delle seconde sedute, al sistema delle sostituzioni da cui traspaiono elementi di un accordo sottostante finalizzato a massimizzare le indennità. Le modalità dei fatti contestati, ossia il falso ideologico in alcuni verbali, le truffe aggravate ed i conseguenti falsi per induzione da parte dei soggetti che hanno approfittato della loro carica pubblica, hanno evidenziato come il sistema illegale fosse ben radicato al punto di diventare una prassi. E` venuto a galla un sistema complesso e sistematico di condotte truffaldine che appare di particolare disvalore, considerato che ha inciso sulle già dissestate casse del Comune di Messina, rispetto alle quali i consiglieri coinvolti non hanno avuto alcuna remora, essendo mossi dall`unico intento di intercettare i gettoni di presenza.