Messina Denaro, il tradimento delle amanti: “Mi regalava borse come distintivo”
Le ultime rivelazioni riguardano una relazione sentimentale tra il boss e un’insegnante di 40 anni, Floriana Calcagno, ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena

Floriana Calcagno
Continuano a emergere dettagli inquietanti dalle indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, il superlatitante catturato il 16 gennaio 2023 dopo quasi trent’anni di fuga. Le ultime rivelazioni riguardano una relazione sentimentale tra il boss e un’insegnante di 40 anni, Floriana Calcagno, ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. La Dda di Palermo ha chiesto e ottenuto la sua custodia cautelare in carcere, svelando un intricato sistema di complicità che ha permesso al capomafia di muoversi liberamente durante i mesi più delicati della sua malattia.
Una relazione oltre l’ordinario
Secondo gli inquirenti, la Calcagno non sarebbe stata solo una figura marginale nella vita del latitante, ma un pilastro essenziale per garantire la sua copertura e sicurezza. L’insegnante, nipote e moglie di esponenti mafiosi, avrebbe offerto “sostegno logistico, aiuto materiale e morale” al padrino, permettendogli di spostarsi da un comune all’altro in modo riservato. Gli incontri tra i due sono stati ripresi da decine di sistemi di videosorveglianza, con immagini che mostrano Messina Denaro circolare tranquillamente in auto, talvolta con un cappello a tesa larga e un foulard rosso.
La donna ha cercato di minimizzare il rapporto, sostenendo di aver scoperto l’identità dell’uomo solo dopo la sua cattura e riducendo la loro frequentazione a pochi incontri occasionali. Tuttavia, secondo i pm – il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Piero Padova e Gianluca De Leo – queste dichiarazioni sono “assolutamente menzognere”. Le indagini hanno dimostrato che la Calcagno incontrava regolarmente il boss nel suo covo fino a dicembre 2022, contraddicendo la versione fornita durante gli interrogatori.
Indizi dall’archivio segreto del boss
Fondamentali per ricostruire il ruolo di Floriana Calcagno sono stati alcuni appunti manoscritti ritrovati nel nascondiglio di Campobello di Mazara, definito dallo stesso Messina Denaro come la “zona chiave”. Tra questi, le lettere inviate al latitante da Laura Bonafede, un’altra amante già condannata per associazione mafiosa. Nei suoi scritti, la Bonafede si riferiva alla Calcagno con soprannomi come “Handicap”, “Acchina” o “Sbrighisi”, esprimendo gelosia e sospetti sulla durata reale della relazione tra i due.
In particolare, emerge un episodio significativo legato all’8 luglio 2022, giorno in cui qualcosa di importante venne trasportato nel covo. Messina Denaro annotò sul suo taccuino: “Venerdì 8 luglio AF – Preso Tutto” . Secondo gli investigatori, quella data segna un momento cruciale nella gestione della latitanza del boss, con la Calcagno protagonista insieme a lui di operazioni coperte e strategiche.
Complicità familiari e contesto mafioso
Il contesto familiare della Calcagno rappresenta un ulteriore elemento che mina la credibilità delle sue dichiarazioni. Nipote e moglie di esponenti mafiosi, la donna è sempre rimasta in stretto contatto con figure vicine alla criminalità organizzata, come la famiglia Luppino. Per i magistrati, è inconcepibile che non abbia mai sospettato nulla circa l’identità del suo compagno, considerando anche il piccolo centro cittadino in cui vivevano e la natura clandestina della relazione.
Le accuse vanno oltre il semplice supporto affettivo: la Calcagno avrebbe partecipato attivamente al mantenimento della rete protettiva intorno al latitante. Dagli appunti rinvenuti, si evince che il boss confidasse apertamente alla Bonafede il ruolo ricoperto dalla donna, descritta come colui che “faceva cose per lui”. Questo includeva azioni concrete come accompagnarlo in luoghi pubblici (ad esempio ristoranti prenotati telefonicamente) o ospitarlo presso la propria abitazione durante l’estate 2022, quando la malattia del boss era ormai avanzata.
Un sodalizio protetto da gelosie e risentimenti
Le tensioni tra le due amanti del latitante emergono chiaramente dagli scritti della Bonafede. Nel tentativo di difendersi dalle accuse di gelosia, la maestra rivela dettagli cruciali sulle dinamiche interne alla cerchia ristretta di fidati collaboratori di Messina Denaro. Ad esempio, in una lettera del 30 dicembre 2022, racconta di aver visto uscire proprio la Calcagno dal rifugio del boss, commentando sarcasticamente: “Stavolta mi è cambiato l’umore… Handicap che usciva dritta come un palo con una Louis Vuitton sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo? Fuck”.
Queste parole, unite alle testimonianze visive raccolte tramite videocamere di sorveglianza, hanno permesso agli inquirenti di confermare l’identità dietro i soprannomi utilizzati dalla Bonafede. L’arresto di Floriana Calcagno aggiunge un nuovo capitolo alla complessa storia della latitanza di Matteo Messina Denaro, evidenziando quanto fosse articolata la rete di protezione intorno a uno dei più ricercati boss italiani.
Attraverso un mix di relazioni personali, complicità familiari e meccanismi ben orchestrati, il latitante è riuscito a sfuggire alle forze dell’ordine fino all’ultimo momento. Oggi, grazie al lavoro degli investigatori e alla ricostruzione paziente delle prove, ogni tessera contribuisce a completare il puzzle di una delle fughe più lunghe e misteriose della storia criminale italiana.