Messina Denaro, trovato un terzo covo. Il boss diserta il processo

Messina Denaro, trovato un terzo covo. Il boss diserta il processo
19 gennaio 2023

E` stato trovato un terzo covo in via San Giovanni a Campobello di Mazara dove il boss Matteo Messina Denaro avrebbe trascorso parte della sua latitanza. Un appartamento al primo piano di una palazzina gialla al momento vuoto e sarebbe in vendita, a poche centinaia di metri dall’abitazione di vicolo San Vito individuata qualche ora dopo il blitz, nella quale sono stati rinvenuti documenti con delle sigle, e non distante dal bunker trovato ieri dalla Guardia di Finanza. 

All’immobile, perquisito dagli inquirenti nel pomeriggio, si è arrivati seguendo un trasloco. Sono in corso indagini per accertare se nell’appartamento siano state ricavate stanze segrete come quella scoperta ieri dalle Fiamme Gialle. Un bunker blindato nascosto da un armadio pieno di vestiti, al quale si accede da un fondo scorrevole. A dare la chiave di quel che ha definito un ripostiglio – a quanto pare pieno di scatoloni, alcuni gioielli, pietre preziose e argenteria – è stato il proprietario della casa nella quale il rifugio era stato ricavato: Errico Risalvato, fratello di un fedelissimo del boss condannato per mafia e a lungo indagato.

Questa mattina era stata posta sotto sequestro la casa di proprietà della mamma di Andrea Bonafede, l`uomo che ha concesso la sua “identità” al boss di Castelvetrano. Intanto, si è svolta, davanti al gip, nel carcere Pagliarelli di Palermo l`udienza di convalida dell’arresto di Giovanni Luppino, l`autista del boss arrestato lunedì scorso a Palermo mentre lo accompagnava alla clinica la Maddalena. “Nessun elemento può allo stato consentire di ritenere che una figura che è letteralmente riuscita a trascorrere indisturbata circa 30 anni di latitanza, si sia attorniata di figure inconsapevoli dei compiti svolti e dei connessi rischi, ed anzi, l’incredibile durata di questa latitanza milita in senso decisamente opposto, conducendo a ritenere che proprio l’estrema fiducia e il legame saldato con le figure dei suoi stessi fiancheggiatori abbia in qualche modo contribuito alla procrastinazione del tempo della sua cattura che, altrimenti, sarebbe potuta effettivamente intervenire anche in tempi più risalenti”, ha scritto il pm Piero Padova nella richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata a carico di Luppino e sulla quale il gip non si è ancora pronunciato. Per la Procura il padrino di Castelvetrano – si legge nella richiesta – sarebbe custode di segreti di alcune delle più cupe pagine della storia repubblicana”.

“Non sapevo che fosse Matteo Messina Denaro – sono le parole di Luppino riportate dal suo avvocato difensore, Giuseppe Ferro – solo un pazzo avrebbe potuto accompagnarlo sapendo che si trattava del boss”. A parlare è Giovanni Luppino, l`autista del boss arrestato lunedì scorso a Palermo mentre lo accompagnava alla clinica la Maddalena. Luppino quindi sostiene di non conoscere Matteo Messina Denaro e di averlo accompagnato solo perché gli era stato presentato come cognato di Andrea Bonafede. Il boss Matteo Messina Denaro, invece, ha rinunciato a presenziare all’udienza di oggi che si celebrata nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta, davanti alla corte d’assise d’Appello, dove è imputato perché accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

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“Messina Denaro Matteo. Detenuto assente” ha detto Maria Carmela Giannazzo, la presidente della Corte di Assise di Appello. Era stato predisposto il collegamento dal carcere de L’Aquila, dove Messina Denaro è detenuto, ma la sua sedia è rimasta vuota. Il processo è stato rinviato al 9 marzo. Frattanto, Castelvetrano continua ad organizzare manifestazioni per celebrare l`arresto del boss Messina Denaro. L`ultima in ordine di tempo è quella organizzata da Giuseppe Cimarosa, per la giornata di oggi, con partenza a pochi passi dalla casa della famiglia Messina Denaro ed arrivo nel Sistema delle Piazze. Cimarosa è noto per aver detto no al retaggio mafioso della sua famiglia, la madre è prima cugina del boss ex latitante, mentre il padre Lorenzo, scomparso da qualche anno, con le sue rivelazioni ai magistrati consenti di mettere segno una serie di arresti importanti nella cerchia dei fedelissimi di Messina Denaro.

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